di Pascale Rizk
Seoul (Agenzia Fides)- “Per costruire un Paese in cui il principio fondamentale della democrazia, secondo cui tutti sono uguali davanti alla legge, sia rispettato, e dove nessuno possa imporre le proprie opinioni violando le procedure democratiche, la Chiesa cattolica coreana continuerà a essere sempre al fianco del popolo, fino alla fine”. Arriva netta e chiara la presa di posizione dei Vescovi cattolici della Corea del Sud davanti all'approvazione della mozione di impeachment del Presidente Yoon Suk-yeol da parte dell'Assemblea Nazionale.
Negli ultimi undici giorni, il popolo sud coreano “ha attraversato momenti difficili” ma“ha mostrato una grande pazienza attraverso azioni democratiche e moderate”, spiegano i Vescovi, chiamando tutti a “mettere da parte i conflitti politici e collaborare per il bene dello Stato e del benessere del popolo.”
Le sei ore trascorse tra la introduzione della legge marziale da parte del Presidente Yoon e la sua revoca da parte del Parlamento sono state più che sufficienti per riattivare la memoria di un passato che si pensava archiviato, spingendo moltitudini a mobilitarsi pubblicamente, scendendo nelle strade e nelle piazze. La reazione collettiva ha imboccato la strada della protesta pacifica ma risoluta, volta a proteggere le istituzioni democratiche acquisite dopo decenni segnati dall’occupazione giapponese, dalla Guerra di Corea, dall’Armistizio e dal susseguirsi di governi autoritari e colpi di Stato militari. E comunque oggi - si legge nel pronunciamento dei Vescovi - rimane “estremamente spiacevole trovarci di fronte alla necessità di destituire il Capo dello Stato con un impeachment, indipendentemente dal fatto che si fosse o meno suoi sostenitori”.
Ogni Presidente - rimarcano i Vescovi della Corea del Sud - è chiamato a esercitare i propri compiti “in modo sincero e responsabile, nel rispetto della Costituzione e delle leggi. Se, nell’esercitare dell’Ufficio, non si rispettano le leggi e i principi fondamentali, chiunque, in una società democratica, deve essere rimosso dall’incarico. Questa è giustizia in una società democratica”. I Vescovi chiedono nuovamente al Presidente e il suo governo di chiedere perdono al popolo, auspicando che “la Corte valuti con sollecitudine questa questione cruciale, affinché il Paese possa ritrovare stabilità e la vita quotidiana dei cittadini torni alla normalità il prima possibile”.
Adesso la Corte costituzionale ha a disposizione 180 giorni di tempo per esaminare, confermare o respingere l'impeachment del Presidente votato dal Parlamento.
Yoon è il terzo Presidente sudcoreano ad essere sottoposto a impeachment ai sensi della Costituzione. Il processo inizierà dopo che l'Assemblea nazionale avrà presentato formalmente la sua risoluzione.
Nei casi precedenti, In passato, Il processo dell’ex Presidente Park Geun-hye si è concluso in 91 giorni nel 2017, con un pronunciamento unanime (8 a 0) che portò alla sua rimozione dopo l’impeachment approvato nel 2016. L’impeachement dell’ex-Presidente Roh Moo-hyun, votato nel 2004, fu invece respinto dalla Corte costituzionale dopo un periodo di valutazione durato 63 giorni, e Roh torno a esercitare il suo incarico presidenziale.
Resta da vedere se Yoon sceglierà di diffendersi o di non presentarsi, come fecero gli ex presidenti Roh e Park. (Agenzia Fides 15/12/2024)