VATICANO/ANGELUS - Papa Francesco: Si arrivi al Natale con un cessate-il-fuoco su tutti i fronti di guerra

domenica, 8 dicembre 2024

Vatican Media

Città del Vaticano (Agenzia Fides) – “Si possa arrivare alla festa del Natale con un cessate-il-fuoco su tutti i fronti di guerra”. È l’appello che Papa Francesco ha lanciato al termine dell’Angelus nella solennità dell’Immacolata Concezione.

Nel giorno in cui i miliziani islamisti Anti-Assad hanno preso Damasco e all’indomani dei tanti faccia a faccia avvenuti a Parigi tra i leader politici di vari Paesi, compresi il Presidente eletto USA Donald Trump e il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky, il Pontefice chiede di continuare “a pregare per la pace, nella martoriata Ucraina, in Medio Oriente – Palestina, Israele, Libano, adesso la Siria –, in Myanmar, Sudan e dovunque si soffre per la guerra e le violenze”.

Prima di affacciarsi su piazza San Pietro, il Papa ha celebrato messa nella basilica vaticana con i 21 Cardinali creati ieri pomeriggio durante il Concistoro pubblico, il decimo del suo Pontificato. Nell’omelia il Pontefice ha ricordato le parole che il beato Pio IX ha scritto nella Costituzione apostolica Ineffabili Deus, promulgata l’8 dicembre 1854 definendo il dogma dell’Immacolata Concezione. Maria è “la piena di grazia”, un concetto che “in tanti modi, nei secoli, con parole e immagini, i cristiani hanno cercato di rappresentare”.

Il Vescovo di Roma ha quindi citato San Paolo VI, che nel 1963 disse: la Madre di Dio ci mostra “ciò che abbiamo tutti in fondo al cuore: l’immagine autentica dell’umanità […] innocente, santa, […] perché il suo essere è tutto armonia, candore, semplicità – così è Maria: tutto armonia, candore, semplicità –; è tutto trasparenza, gentilezza, perfezione; è tutto bellezza”.

Una bellezza che Papa Francesco analizza sotto tre aspetti della vita di Maria, aspetti “che ce la rendono vicina e familiare: quelli di figlia, di sposa e di madre”. Ma anche di donna, perché, ha aggiunto a braccio, “non c’è salvezza senza la donna. Anche la Chiesa è donna”.

Nel mistero della vita di Maria - ha rimarcato il Vescovo di Roma - la sua Immacolata Concezione, il suo essere preservata dal Peccato originale fiorisce “nella sua fecondità, cioè nel suo saper morire per dare la vita, nel suo dimenticare sé stessa per prendersi cura di chi, piccolo e indifeso, si stringe a Lei”.

Al contrario, nel mondo di oggi, “vediamo purtroppo, attorno a noi, come la pretesa del primo peccato, di voler essere ‘come Dio’ (cfr Gen 3,1-6), continui a ferire l’umanità, e come questa presunzione di autosufficienza non generi né amore, né felicità. Chi esalta come conquista il rifiuto di ogni legame stabile e duraturo, infatti, non dona libertà. Chi toglie il rispetto al padre e alla madre, chi non vuole i figli, chi considera gli altri come un oggetto o come un fastidio, chi ritiene la condivisione una perdita e la solidarietà un impoverimento”, ha rimarcato il Pontefice, “non diffonde gioia né futuro. A cosa servono i soldi in banca, le comodità negli appartamenti, i finti ‘contatti’ del mondo virtuale” si è chiesto il Vescovo di Roma proseguendo la sua omelia “se poi i cuori restano freddi, vuoti, chiusi? A cosa servono gli alti livelli di crescita finanziaria dei Paesi privilegiati, se poi mezzo mondo muore di fame e di guerra, e gli altri restano a guardare indifferenti? A cosa serve viaggiare per tutto il pianeta, se poi ogni incontro si riduce all’emozione di un momento, a una fotografia che nessuno ricorderà più nel giro di qualche giorno o qualche mese?”.

Il Papa ha esortato quindi a guardare “a Maria Immacolata” affinché “il suo Cuore pieno d’amore ci conquisti, che ci converta e che faccia di noi una comunità in cui la figliolanza, la sponsalità e la maternità siano regola e criterio di vita: in cui le famiglie si riuniscono, gli sposi condividono ogni cosa, i padri e le madri sono presenti in carne e ossa vicino ai loro figli e i figli si prendono cura dei genitori. Questa è la bellezza di cui ci parla l’Immacolata, questa è la ‘bellezza che salva il mondo’ e di fronte a cui vogliamo rispondere anche noi al Signore, come Maria: «Eccomi […], avvenga per me secondo la tua parola”.

Affacciato poi su una piazza San Pietro coperta da un cielo plumbeo e gremita da migliaia di pellegrini, il Pontefice ha invitato i credenti ad accostarsi in questo tempo al sacramento della Confessione: “Mentre si avvicina l’apertura della Porta Santa del Giubileo, apriamo le porte del cuore e della mente al Signore. Vi do un consiglio. Oggi è un bel giorno per decidersi a fare una buona Confessione. Se oggi non potete andare, in questa settimana, fino a domenica prossima, aprite il cuore e il Signore perdona tutto”.

Dopo la benedizione, il pensiero del Vescovo di Roma è andato al Nicaragua, al quale aveva indirizzato una lettera pochi giorni fa (vedi Fides 02/12/2024): “Vi invito ad unirvi in preghiera per la Chiesa e il popolo del Nicaragua, che celebra la Purissima, come Madre e Patrona, e innalza a Lei un grido di fede e di speranza. Che la Madre celeste sia per loro di consolazione nelle difficoltà e nelle incertezze, e apra i cuori di tutti, affinché si cerchi sempre la via di un dialogo rispettoso e costruttivo al fine di promuovere la pace, la fraternità e l’armonia nel Paese”.

Le intenzioni di preghiera indicate dal Pontefice si sono estese anche ai detenuti “che negli Stati Uniti sono nel corridoio della morte. Credo che sono 13 o 15. Preghiamo perché la loro pena sia commutata, cambiata. Pensiamo a questi fratelli e sorelle nostri e chiediamo al Signore la grazia di salvarli dalla morte”. (F.B.) (Agenzia Fides 08/12/2024)


Condividi: