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Città del Vaticano (Agenzia Fides) - "Noi, tutti noi, siamo vivi perché siamo stati accolti". Papa Francesco torna ad affacciarsi su piazza San Pietro per la tradizionale preghiera domenicale dell’Angelus e commenta così il brano odierno del Vangelo, nel quale Gesù annuncia ai suoi discepoli la sua morte e la sua risurrezione.
Ma “mentre Gesù confidava loro il senso della propria vita”, fa notare Francesco, “essi parlavano di potere. E così adesso la vergogna chiude la loro bocca, come prima l’orgoglio aveva chiuso il loro cuore”. Eppure Cristo, spiega il Pontefice, “risponde apertamente ai discorsi sussurrati lungo la strada: ‘Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo’. Vuoi essere grande? Fatti piccolo, mettiti a servizio di tutti”.
“Questo ti fa grande”, aggiunge a braccio il Vescovo di Roma, facendo poi notare il motivo per cui il Maestro “chiama un bambino, lo mette in mezzo ai discepoli e lo abbraccia. Il bambino non ha potere: ha bisogno. Quando ci prendiamo cura dell’uomo, riconosciamo che l’uomo ha sempre bisogno di vita”.
“Tutti noi, siamo vivi perché siamo stati accolti, ma il potere ci fa dimenticare questa verità. Allora diventiamo dominatori, non servitori, e i primi a soffrirne sono proprio gli ultimi: i piccoli, i deboli, i poveri”. “Quante persone – ammonisce Francesco – soffrono e muoiono per lotte di potere! Sono vite che il mondo rifiuta, come ha rifiutato Gesù. Quando venne consegnato nelle mani degli uomini, Egli non trovò un abbraccio, ma una croce. Il Vangelo resta tuttavia parola viva e piena di speranza: Colui che è stato rifiutato, è risorto”.
Dopo la benedizione, il pensiero del Papa va all’Honduras, dove è stato ucciso Juan Antonio López, delegato della Parola di Dio, coordinatore della pastorale sociale della Diocesi di Trujillo e membro fondatore della pastorale dell’ecologia integrale in Honduras: “Mi unisco al lutto di quella Chiesa – le parole del Pontefice – e alla condanna di ogni forma di violenza. Sono vicino a quanti vedono calpestati i propri diritti elementari e a quelli che si impegnano per il bene comune in risposta al grido dei poveri e della terra”.
Poi, un nuovo appello per la pace: “Continuiamo a pregare per la pace. Purtroppo sui fronti di guerra la tensione è molto alta. Si ascolti la voce dei popoli, che chiedono pace. Non dimentichiamo la martoriata Ucraina, la Palestina, Israele, il Myanmar, tanti Paesi che sono in guerra. Preghiamo per la pace”. Infine, l’immancabile saluto: “Auguro a tutti una buona domenica. E per favore non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci!”. (F.B.) (Agenzia Fides 22/9/2024)