AFRICA/BENIN - Padre Giovanni Benetti: La missione è anzitutto… “essere innamorati di Gesù Cristo”.

giovedì, 16 maggio 2024

Calavi (Agenzia Fides) – “Missione è lasciarsi affascinare da Gesù Cristo e cercare di essere lo specchio, anche se un po’ opaco, della sua bontà dove il soffio del suo Spirito ci conduce”. Padre Giovanni Benetti è un sacerdote della Società per le Missioni Africane da due anni in Benin come formatore presso il centro di Spiritualità Brésillac di Calavi. “È ‘amare’ che dà senso al ‘partire’”.

“Mi trovo in mezzo a tanti giovani che, con i padri formatori e con gli amici del centro, alimentano un clima di fraternità e di semplicità – prosegue il missionario. Sono impegnato nell’accompagnamento spirituale di questi giovani, nella preparazione di alcuni ritiri e corsi di formazione, e nella partecipazione ai vari incontri programmati per i formatori. In base al tempo disponibile, cerco anche di offrire, specialmente la domenica, il mio servizio pastorale presso alcune parrocchie dei dintorni.”

Nel “Centro Brésillac” i seminaristi SMA frequentano l’“Anno Internazionale di Spiritualità”. Si tratta di un anno di approfondimento vocazionale, in ambito internazionale al quale partecipano circa 50 seminaristi provenienti da tutto il mondo, in gran parte da vari paesi africani, alcuni anche dall’India e dalle Filippine. “Quest’anno 2023-2024 – aggiunge p. Benetti - è presente l’italiano Anselmo” (vedi Agenzia Fides 1/8/2022).

“Il lavoro non manca - si legge ancora nella nota pervenuta all’Agenzia Fides - e richiede un grande senso di responsabilità, poiché in gioco c’è la vocazione e, quindi, la vita dei seminaristi, futuri missionari SMA, che attendono da me e dagli altri padri un’autentica testimonianza cristiana. Ciò esige umiltà che consente ai formatori di condividere i problemi e di immergersi nella storia personale di questi giovani in cammino verso il sacerdozio e l’impegno missionario senza confini”.

Calavi, periferia della grande città di Cotonou, nel sud del Paese, ha un clima tropicale e pesante. “Qui le zanzare anofele, portatrici del plasmodio della malaria, sono ben presenti e attive; cerco di contrastarle con zanzariere e repellenti. L’acqua non è potabile e, quindi, è necessario filtrarla o portarla ad ebollizione” – conclude il missionario.

(AP) (Agenzia Fides 16/5/2024)



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