Erbil (Agenzia Fides) – Il Cardinale iracheno Louis Raphael Sako, Patriarca della Chiesa caldea, sollecita l'attuale governo di Baghdad a “assumersi la sua responsabilità nazionale e legale adottando misure pratiche e chiare per rendere giustizia ai cristiani”. Lo fa in un lungo intervento contenente “osservazioni” diffuse per “contribuire alla comprensione” dei tanti Fattori che pesano in maniera negativa sulla condizione delle comunità cristiane in Iraq.
I cristiani – ricorda il Patriarca caldeo - rappresentano “una parte essenziale del variegato tessuto culturale, sociale, nazionale e religioso dell’Iraq”. La terra dell’attuale Iraq, molto prima “che i musulmani vi arrivassero dalla penisola araba a metà del VII secolo”, era “ricca di monasteri, chiese e scuole”. I cristiani “accolsero i musulmani e aprirono le loro scuole, i centri culturali e gli ospedali”. Ci furono costruttori cristiani “che hanno costruito molte moschee, soprattutto a Mosul. E l’elogio dei cristiani si trova in diverse Sure del Corano.
In epoca recente - riconosce il Patriarca Sako – i cristiani iracheni hanno “hanno pagato un prezzo pesante negli ultimi vent’anni”, nella fase storica seguita alla seconda Guerra del Golfo e dell’abbattimento del regime di Saddam Hussein seguito all’intervento militare a guida USA. In un breve excursus storico, il Patriarca ricorda in particolare la fuga – tra giugno e agosto 2014 di 120.000 cristiani da Mosul e dalle città della Piana di Ninive davanti all’avanzare delle milizie dello Stato Islamico. A partire dal 2017, dopo la sconfitta dei Jihadisti dello Stato islamico – sostiene il Patriarca - l governo “non ha offerto nulla” ai cristiani, lasciandoli “davanti alla scelta di emigrare o affrontare il loro destino come se fossero estranei al Paese”.
Il Patriarca fa riferimenti diretti al “controllo di milizie armate” sulle città nella piana di Ninive” e in particolare alle milizie del “Movimento Babilonia”, guidato dal Rayan al Kildani (Rayan il Caldeo). Su pressione del “Movimento Babilonia, che ha egemonizzato i seggi del Parlamento riservati ai cristiani – riporta il Patriarca - il Presidente della Repubblica, Abdul Latif Rashid ha cancellato il decreto 147, provvedimento emanato dal predecessore Jalal Talabani il 10 luglio 2013, che riconosceva il Patriarca caldeo come «responsabile dei beni» della maggiore comunità cristiana del Paese.
Il capo politico del Movimento Babilonia – rimarca il Cardinale Sako - punta a accreditare “il conflitto tra lui e la Chiesa caldea” come “conflitto interno tra le Chiese, ma ciò non è possibile, perché la Chiesa caldea è cosciente di questo, e anche la maggior parte delle Chiese”. Nel suo intervento, il Patriarca pone come prima richiesta un provvedimento che disponga il ritiro delle milizie – comprese quelle che fanno capo al Movimento Babilonia - dalla Piana di Ninive. E la loro sostituzione con le forze dell’esercito e della polizia federale. (GV) (Agenzia Fides 18/1/2024)