VATICANO - Papa Francesco, primo Angelus dopo l'intervento chirurgico: per essere buoni apostoli, dobbiamo essere come i bambini

domenica, 18 giugno 2023 evangelizzazione   missione   papa francesco  

Vatican Media

Roma (Agenzia Fides) - «Se vogliamo essere buoni apostoli, dobbiamo essere come i bambini». È questo il suggestivo “programma” proposto da Papa Francesco a chiunque è chiamato a annunciare il Vangelo di Cristo, imitando i suoi primi discepoli e tenendosi alla larga dalle verbosità inutili dei «“parolai”, con il loro tanto parlare e niente fare».

Il Papa ha proposto i suoi ultimi suggerimenti sulla missione e sull’annuncio del Vangelo domenica 18 giugno, davanti alla moltitudine accorsa in Piazza San Pietro per la recita dell’Angelus, primo impegno pubblico del Pontefice dopo l’intervento chirurgico all’addome e i nove giorni di degenza da lui trascorsi al Policlinico Agostino Gemelli.

Dopo essersi affacciato alla finestra dello studio nel Palazzo Apostolico, e prima ancora di commentare il Vangelo della domenica, il Vescovo di Roma ha voluto esprimere gratitudine «a quanti, nei giorni del mio ricovero al Policlinico Gemelli, mi hanno manifestato affetto, premura e amicizia, e mi hanno assicurato il sostegno della preghiera. Questa vicinanza umana e spirituale» ha aggiunto il Papa «è stata per me di grande aiuto e conforto»


Nel commento al Vangelo letto nella liturgia del giorno, Papa Francesco ha preso le mosse dal passo evangelico in cui Gesù «chiama per nome e invia i dodici Apostoli», chiedendo loro di annunciare che «il regno dei cieli è vicino». Questa - ha sottolineato Papa Francesco - «non è una notizia tra le altre, ma la realtà fondamentale della vita», e quindi è anche «la prima cosa da dire alla gente: Dio non è distante, ma è Padre».
Annunciare che Dio è Padre - ha proseguito il Vescovo di Roma - vuol dire «invitare a pensarsi come un bambino, che cammina tenuto per mano dal papà: tutto gli appare diverso. Il mondo, grande e misterioso, diventa familiare e sicuro, perché il bambino sa di essere protetto. Non ha paura e impara ad aprirsi: incontra altre persone, trova nuovi amici, apprende con gioia cose che non sapeva e poi torna a casa e racconta a tutti quello che ha visto, mentre cresce in lui il desiderio di diventare grande e di fare le cose che ha visto fare dal papà».

Per questo - ha proseguito il Pontefice - «se vogliamo essere buoni apostoli, dobbiamo essere come i bambini: sederci “sulle ginocchia di Dio” e da lì guardare il mondo con fiducia e amore, per testimoniare che Dio è Padre, che Lui solo  trasforma i nostri cuori e ci dà quella gioia e quella pace che noi stessi non possiamo procurarci».
Il Papa ha anche rimarcato che per testimoniare la paternità e la vicinanza paterna di Dio, Gesù stesso nel Vangelo raccomanda di non moltiplicare parole inutili, ma di compiere gesti: «Guarite gli infermi – dice – risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i demoni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date».
Il cuore dell’annuncio è «la testimonianza gratuita, il servizio», ha proseguito il Papa, che ha anche confidato di rimanere «sempre molto perplesso» davanti ai «“parolai”, con il loro tanto parlare e niente fare».
Tra le situazioni e i fatti richiamati dopo la recita dell’Angelus, il Pontefice ha ricordato «con grande tristezza e tanto dolore» le vittime del gravissimo naufragio avvenuto nei giorni scorsi al largo delle coste della Grecia. «E sembra che il mare fosse calmo», ha aggiunto. Il Pontefice ha pregato e invitato a pregare anche per la popolazione della «martoriata Ucraina» e per i giovani rimasti uccisi nel sanguinario attacco terroristico alla scuola di Mpondwe, nell’ovest dell’Uganda. «Questa lotta, questa guerra dappertutto… preghiamo per la pace!», ha aggiunto Papa Francesco. (GV) (Agenzia Fides 18/6/2023)


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