ASIA/MYANMAR - Mille giovani cresimati, mentre il conflitto civile si aggrava

martedì, 14 marzo 2023 sacramenti  

Myitkyina (Agenzia Fides) - Il Signore li conferma nella fede, che li aiuterà a vivere il disagio, la precarietà e la sofferenza intorno a loro. Sono 1.173 i giovani che nei giorni scorsi hanno ricevuto il Sacramento della Confermazione nella diocesi di Myitkyina, capitale dello Stato Kachin, nel Nord del Myanmar. E' stato il Cardinale Charles Maung Bo ad amministrare il Sacramento e a dare il leggero schiaffo a ogni cresimato, secondo il rito: "Questo significa essere disposto a soffrire per la fede e affrontare gli insulti e le ferite degli altri”, ha rimarcato. Con la cresima, ha detto il Cardinale, il battezzato riceve il dono dello Spirito Santo: "Oggi il Signore rafforza la vostra missione di testimoniare Cristo", anche in situazioni di prova e di sofferenza, ha sottolineato.
Come ha riferito mons. Peter Hka Awng Lei, Vicario generale della diocesi di Myitkyina, 209 giovani hanno ricevuto la cresima nella parrocchia Regina dei ciali a Tanghpre; 207 sono della chiesa di San Domenico a Namti Myo Oo; 215 appartengono alla chiesa di San Francesco Saverio, e 112 alla chiesa di San Giuseppe, entrambe nella parrocchia di Moe Nying; 185 sono della comunità di San Michele, nella parrocchia di Myotit Gyi; 245 vengono dalla Chiesa del Cuore di Gesù a Pa La Na. Nella diocesi di Myitkyina, su una popolazione complessiva di circa 2,5 milioni di abitanti, vi sono circa 90mila cattolici, divisi in 32 parrocchie.
La celebrazione della fede, nel tempo di Quaresima, e l'accompagnamento pastorale dei giovani procedono nonostante le gravi difficoltà che vive la comunità cattolica birmana, immersa, come tutta la popolazione, nel conflitto intestino che va aggravandosi di giorno in giorno .
Le Nazioni Unite hanno riferito di una nuova fiammata nel confronto armato tra esercito e gruppi ribelli delle “Forze di Difesa popolare”, soprattutto nello stato (a maggioranza cristiana) di Kayah, al confine con la Thailandia. Almeno 3.000 persone sono fuggite dalle loro case a partire dal 10 marzo, quando i combattimenti sono aumentati in numero e intensità anche nei pressi della città di Loikaw, capitale dello stato di Kayah.
Nella diocesi di Loikaw numerose chiese e conventi sono attualmente utilizzati come campi di accoglienza per gli sfollati interni. Come riferiscono fonti locali di Fides, mentre i combattimenti proseguono, oltre di 150.000 civili sono stati costretti a cercare rifugio nelle chiese, nei campi profughi improvvisati o nella giungla.
A dicembre scorso, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, attraverso una risoluzione, ha chiesto ai militari di porre fine alla violenza e consentire l'assistenza umanitaria ai profughi. Ieri, 13 marzo, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha tenuto un incontro sul Myanmar per ascoltare i rapporti di Noeleen Heyzer, Inviato speciale del Segretario generale Onu in Myanmar, e di Retno Marsudi, ministro degli esteri dell'Indonesia, rappresentante della Associazione delle nazioni del sud-est asiatico (ASEAN) per il Myanmar.
Nel febbraio scorso, la giunta militare, che ha preso il potere con un golpe il 1° febbraio 2021, ha prorogato lo stato di emergenza per altri sei mesi in 40 comuni, di diversi stati. I gruppi per i diritti umani accusano l'esercito di uccisioni extragiudiziali, torture e ingiuste detenzioni e chiedono il deferimento della Giunta militare alla Corte Penale Internazionale.
(PA) (Agenzia Fides 14/3/2023)


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