AMERICA/COLOMBIA - Visita del Nunzio nel Chocò: rafforzata la sfida ad avere fiducia nel futuro, la scommessa sulla pace, il lavoro inter-istituzionale

giovedì, 22 dicembre 2022 situazione sociale   diritti umani   gruppi armati   povertà   chiese locali  

Istmina (Agenzia Fides) - "La Chiesa e tutte le istituzioni sono state motivate a lavorare fianco a fianco, con uno spirito di vera comunione e partecipazione, che porti a una trasformazione della realtà come modello di cambiamento per tutto il Paese”: lo affermano le diocesi di Quibdó e Istmina-Tadó, dopo la visita nel dipartimento del Chocò del Nunzio apostolico, Mons. Luis Mariano Montemayor, accompagnato da Monsignor Héctor Fabio Henao, Delegato della Conferenza Episcopale per i rapporti con il Governo Nazionale per quanto riguarda i dialoghi con l'ELN, e il sacerdote Rafael Castillo, Direttore del Segretariato Nazionale di Pastorale Sociale - Caritas Colombia SNPS-CC.
Il Vescovo di Ismina-Tadó, Monsignor Mario Alvarez Gomez, aveva lanciato “a nome della Chiesa cattolica nel Chocó”, un appello all’ELN e ai gruppi armati, per un cessate il fuoco unilaterale, per celebrare il Natale nella pace. Il Vescovo ha ricordato le sofferenze della popolazione nell’anno che si sta concludendo: la violenza che ha causato 180 omicidi, i controlli sulla vita delle persone imposti dall’ELN, cui si aggiungono disastri naturali, eventi catastrofici, corruzione, povertà, nella ormai storica indifferenza del governo locale, dipartimentale e nazionale, che ancora esitano ad affrontare le radici autentiche di questa situazione (vedi Fides 18/12/2022).
La visita del Nunzio e dei suoi accompagnatori, che si + svolta tra il 16 e il 19 dicembre, prevedeva una serie di attività. Purtroppo lo sciopero armato stabilito dall'ELN per l'area centrale e bassa di San Juan, ha impedito l’incontro con le comunità di Medio San Juan, Bajo Calima, Litoral del San Juan, Bajo Baudó e delle coste colombiane del Pacifico. Queste persone hanno necessità di essere ascoltate e incoraggiate, nella loro realtà segnata dalla violenza, dall'esclusione, dalla mancanza di opportunità di sviluppo e di libertà di movimento.
L’Arcivescovo Montemayor “non ha perso un istante per dialogare con gli amministratori pubblici, con gli animatori pastorali e con i leader – riporta il comunicato - che, con sentimenti di dolore e il respiro spezzato per l'impatto fisico ed emotivo che portano nel cuore, hanno descritto una realtà che ha bisogno di essere affrontata con l'incontro e il dialogo, come con azioni concrete che restituiscano speranza, libera mobilità, partecipazione alle decisioni territoriali e non facciano desistere dal rimanere in piedi, secondo la propria identità culturale ed ecclesiale”.
Gli incontri vissuti in questi giorni, prosegue la diocesi, “hanno lasciato una sfida ad avere fiducia nel futuro, una decisione chiara e precisa di scommettere sulla pace, una necessità conclamata di lavorare a livello inter-istituzionale per il benessere delle comunità. La stessa situazione di isolamento e impossibilità di mobilità è stata un fatto evidente che questa è una regione che richiede passi decisivi per la pace, spazi di dialogo e di accordo che trasformino le ‘armi in vomeri’, i territori di violenza in modelli di pace, le debolezze in punti di forza”.
Nella parte finale del comunicato si ribadisce che “questo incontro non è passato inosservato, non ci ha lasciato insensibili, non ci ha lasciato uguali”, ma ha indicato le vie della valorizzazione della casa comune, della fraternità universale, del sogno di una realtà voluta da Dio, che si esprime nell'accoglienza di una presenza salvifica nella persona di Cristo, che assumendo la nostra natura umana ci proietta nel divino e nel trascendente, nel mistero del Piano della Salvezza.
(SL) (Agenzia Fides 22/12/2022)


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