AFRICA/UGANDA - Incontri dei Capi religiosi, civili e militari del nord Uganda e del sud Sudan per la pace nei due Paesi

giovedì, 8 settembre 2005

Gulu (Agenzia Fides)- Consolidare la pace nel sud Sudan e aumentare le chance per un accordo che metta fine alla guerra civile nel nord Uganda. Era questo lo scopo dell’incontro tra leader religiosi, capi tradizionali e militari del sud Sudan e del nord Uganda che si è svolto dal 1° al 4 settembre a Nimule, un villaggio nel sud Sudan, a 120 km dal confine con l’Uganda.
Secondo quanto riporta l’agenzia ugandese INEA, a guidare la delegazione ugandese erano l’Arcivescovo cattolico di Gulu, John Baptist Odama, e il Vescovo anglicano della diocesi di Lango, Charles Odurkami. Nel corso dell’incontro sono state discusse diverse questioni tra le quali la possibilità che i bambini rapiti nel Nord Uganda dall’Esercito di Resistenza del Signore (LRA movimento di guerriglia che agisce in territorio ugandese e che ha base nel sud Sudan) e che ora vivono nelle comunità sudanesi, possono tornare a casa.
La delegazione ugandese ha avanzato alcune proposte per far avanzare la pace nel nord Uganda. “Condivideremo le questioni discusse qui con i responsabili governativi dell’Uganda” ha detto Mons. Odama, che ha precisato che all’incontro hanno partecipato 120 persone.
Erano presenti tra gli altri anche i capi villaggio provenienti da Acholi West Nile, Lango e Teso.
La delegazione sudanese comprendeva il vicario generale della diocesi di Torit, mons. Camillo Logi, il Brigadiere Generale dell’Esercito di Liberazione del Popolo Sudanese (SPLA), Johnson Juma Okot, e altri leader civili e militari.
Mentre nel sud Sudan la guerra civile è finita nel gennaio di quest’anno quando è stato firmato un accordo tra il governo di Khartoum e il SPLA, nel nord Uganda non si è ancora riusciti a portare al tavolo delle trattative l’LRA.
Il conflitto nel Nord Uganda ha provocato almeno 100.000 morti, 25.000 bimbi rapiti, ed 1,6 milioni di persone, in pratica quasi tutta la popolazione civile, costrette ad abbandonare villaggi e terre coltivabili per cercare rifugio in campi profughi dove manca anche l'indispensabile per sopravvivere, spesso in balia delle sanguinose incursioni dell’LRA.
La pace in sud Sudan non sembra aver risentito della morte del leader del SPLA, John Garang, che in base agli accordi di pace era diventato vice Presidente del Sudan. A fine luglio Garang è rimasto ucciso quando l’elicottero ugandese che lo riportava in Sudan è precipitato durante una tempesta. (L.M.) (Agenzia Fides 8/9/2005 righe 33 parole 404)


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