AFRICA/NIGERIA - “La giustizia della giungla.” Il paese è sulla via della disintegrazione. Appello del Vescovo ausiliare di Minna

venerdì, 5 agosto 2022

Minna (Agenzia Fides) – Continua a dilagare la violenza in tutto il paese, rapimenti, uccisioni, attacchi contro le chiese, scontri, e adesso anche minacce di morte contro il Presidente Muhammadu Buhari. A dare un quadro della drammatica situazione mons. Luka Sylvester Gopep, Vescovo ausiliare di Minna, in una intervista rilasciata all’Agenzia Fides.
“La situazione in Nigeria nel suo complesso e molto complicata” ha detto il Vescovo della diocesi che si trova nella Middle Belt, la regione della Nigeria che segna il confine tra la parte settentrionale e quella meridionale del Paese.
Di seguito l’intervista:

D) Una situazione caratterizzata da una violenza crescente che colpisce frequentemente le comunità cristiane. Può descrivere l'origine di questa violenza?

R) L'attuale stato di violenza in Nigeria è iniziato con un movimento islamico fondamentalista nato a Maiduguri, la capitale dello stato del Borno, chiamato Boko Haram che letteralmente significa ‘l'educazione occidentale è un abominio’. Il suo insegnamento principale era quello di portare la vita sociale e lo sviluppo della gente in Nigeria sotto l'autorità e la guida rigorosa della legge islamica della Sharia. Inizialmente Boko Haram ha attaccato le istituzioni governative, ma poi ha iniziato a prendere di mira i cristiani anche al di fuori dello Stato di Borno. La diocesi di Minna, che coesisteva pacificamente con le sette e i gruppi islamici nello Stato del Niger, ha subito un attacco mortale nel 2011. In quel fatidico giorno di Natale, il 25 dicembre 2011, elementi del gruppo terroristico di Boko Haram hanno attaccato la chiesa cattolica di Santa Teresa, Madalla. Più di 60 persone sono state uccise e molte altre sono rimaste ferite e mutilate in modo permanente. Poi le attività omicide del gruppo si sono estese ad altre comunità della Nigeria centro-settentrionale tra cui Abuja FCT. È stato allora che sono andati oltre le chiese cristiane e hanno preso di mira le moschee e le comunità musulmane, nonché istituzioni e gruppi socio-politici.

D) Ma ora non c'è solo Boko Haram a seminare morte e terrore...

R) Esattamente. Ora le cose sono diventate ancora più complicate perché non ci troviamo più solo di fronte ai terroristi di Boko Haram ma a gruppi di banditi, pastori fulani armati che fanno irruzione nelle comunità per rubare mandrie di bestiame, uccidere persone e violentare donne e anche bande di rapitori dediti a sequestri di lo scopo di estorsioni finanziarie e materiali. In poche parole, l'attuale situazione in Nigeria è andata oltre la violenza e gli scontri a sfondo religioso. E’ molto di più e molto complesso. Ad esempio, i rapimenti non riguardano solo i cristiani perché anche i musulmani e i tradizionalisti africani sono vittime dei rapimenti. Uno per tutti, il rapimento di massa dei passeggeri del treno Abuja-Kaduna lo scorso 28 marzo. Tra i rapiti c'erano cristiani e musulmani.

D) Com’è la situazione nella Diocesi di Minna?

R) Nella mia diocesi ci sono 16 parrocchie che sono costantemente soggette a pesanti attacchi da parte di bande di rapitori. I banditi arrivano anche in pieno giorno, catturano intere famiglie, lasciano solo i bambini e portano via gli adulti. Quindi contattano i parenti dei rapiti per chiedere il riscatto. In alcuni casi, alcuni dei rapiti vengono uccisi mentre altri rimangono mutilati a causa delle ferocie subite nelle mani dei rapitori. Durante il periodo in cui i banditi portano via le persone, i loro figli vengono lasciati soli nelle loro case e comunità. Come Chiesa ci assumiamo il compito e la responsabilità di prenderci cura di questi bambini, fornendo loro cibo, assistenza medica e psicologica.
Se il riscatto viene pagato i rapiti vengono rilasciati. Ma se non viene pagato nulla, i rapitori uccidono le loro vittime. Ad esempio, due sacerdoti dell'arcidiocesi di Kaduna sono stati uccisi dai loro rapitori.
Tra le nostre donne e ragazze rapite, alcune sono state date in sposa ai rapitori, alcune violentate e altre vendute ad altre bande per schiavitù sessuale. Tra le nostre comunità alcune sono state saccheggiate dagli incessanti attacchi dei banditi. La situazione ha creato campi di profughi in diverse parti della diocesi di cui sono vescovo ausiliare. La Chiesa della diocesi di Minna ha assunto il compito di fornire assistenza umanitaria e interventi di emergenza a questo nostro popolo, indipendentemente dalla sua appartenenza religiosa.

D) Come è possibile che le bande di criminali non si possano fermare?

R) Purtroppo i governi, a livello nazionale e statale in Nigeria, hanno continuato a sostenere a parole la lotta contro l'insicurezza. Continuano a volerci fare credere che i nostri leader stanno combattendo l'insicurezza e l'insurrezione. Ma noi stiamo ancora aspettando il momento in cui qualcuno sarà arrestato e accusato in tribunale per favoreggiamento all'insicurezza o per banditismo in Nigeria. È davvero scioccante che, nonostante il fatto che viviamo in un'era tecnologicamente avanzata, il governo della Nigeria non sia stato in grado di dispiegare alcuna forma di attrezzatura tecnologica per aiutare a trovare i ribelli e i banditi che terrorizzano praticamente ogni angolo della Nigeria. È ridicolo che la maggior parte delle vittime dell'attacco al treno siano ancora in cattività dopo oltre quattro mesi. Di recente, i loro rapitori hanno persino compiuto un attacco al Nigerian Correctional Centre, Kuje, per liberare alcuni dei loro compagni ribelli in prigione. Nessuno è stato arrestato, nessuno è stato chiamato a rispondere e nessuno si è dimesso per mancato adempimento del proprio dovere. A volte sentiamo dire che il governo sa dove si nascondono i banditi. Se questo è vero, perché non è stato fatto nulla per arrestarli o dare scacco matto alle loro attività mortali? Tutti i nigeriani, tranne quelli al governo, si chiedono cosa stiano facendo i nostri governi. Alcuni si sono persino chiesti ad alta voce che forse alcuni funzionari del governo siano parte dei problemi di rapimento e di insicurezza che ci assediano. Nessuno può incolpare i nigeriani per aver pensato in questo modo perché se alcuni al governo non sanno nulla delle tragiche situazioni, perché non hanno intensificato la lotta alla violenza e arrestato i criminali? Sappiamo tutti che il dovere primario del governo è proteggere le persone che lo hanno eletto. Se il nostro governo da solo non è in grado di garantire la sicurezza dei nigeriani, perché non chiede aiuto ad altri paesi? Un paradosso se si considera che il nostro esercito è impegnato in operazioni di mantenimento della pace e di assistenza in vari paesi. La Nigeria è brava ad aiutare i paesi vicini a ripristinare la stabilità. Perché non è in grado di farlo sul proprio territorio nazionale? Queste sono le domande che poniamo al governo alle quali non viene data risposta.

D) La Nigeria è uno stato federale. Ci sono differenze nell'approccio al problema tra le istituzioni federali e quelle dei singoli Stati?

R) Gli sforzi del governo federale si sono concentrati sull'utilizzo dell'esercito nigeriano e delle forze di polizia federali nigeriane. Il tasso di successo è stato minimo e, in alcuni casi, sospettiamo che ci siano membri dell'esercito e della polizia che stanno colludendo con i banditi mentre alcuni sono solidali con loro. La performance al di sotto della media delle agenzie di sicurezza federali ha indotto alcuni Stati ad avviare strutture come l'Amotekun nella parte occidentale della Nigeria. Questi gruppi di vigilanti dipendenti dallo Stato, chiamati anche Civilian JTF nelle parti settentrionali della Nigeria, hanno registrato enormi successi nella lotta ai criminali. La sfida più grande che hanno è che sono scarsamente equipaggiati per combattere i banditi che hanno armi da fuoco superiori. Sappiamo che i gruppi di vigilantes sono costituiti da gente del posto che cerca di proteggere se stessi e i propri cari.
In alcune occasioni, siamo stati testimoni di forze di sicurezza federali che hanno lavorato contro i gruppi di vigilanti locali. Ad esempio, ci sono casi di sospetti terroristi o banditi che sono stati arrestati dai gruppi di vigilantes e consegnati alla Polizia Federale per essere processati ma sono scomparsi senza lasciare traccia. Tali occasioni hanno messo a dura prova i rapporti di collaborazione tra la polizia e i gruppi di vigilanti. Ora assistiamo al fenomeno della cosiddetta ‘giustizia della giungla’ che avviene quando i gruppi di vigilanti locali arrestano i banditi, non li consegnano alle autorità locali ma compiono esecuzioni extragiudiziali.

D) La Chiesa da tempo avverte che questa situazione è insostenibile e che la Nigeria rischia di implodere. Tutti questi appelli hanno avuto un seguito?

R) Poiché l'attuale crisi era allo stadio iniziale, noi, i vescovi cattolici in Nigeria, avevamo segnalato i pericoli imminenti ai governi a tutti i livelli in Nigeria. Attraverso i nostri comunicati annuali, gli incontri con i leader politici e le parti interessate, l'invio in momenti diversi di delegazioni al governo, abbiamo continuato ad ammonire delle calamità che si abbattevano sul nostro paese. In risposta, i leader nazionali e statali avevano promesso di prendere atto dei nostri avvertimenti e suggerimenti, ma non hanno mantenuto le loro promesse. Alla fine i nostri appelli sono caduti nel vuoto. Nel 2020, quando la situazione è diventata più preoccupante e cittadini innocenti, compresi i sacerdoti, venivano assassinati di continuo, i vescovi hanno radunato fedeli cattolici e persone di buona volontà in tutta la federazione e abbiamo intrapreso una protesta pacifica contro le incessanti uccisioni nella nostra terra. Tutte le volte che i vescovi hanno rilasciato dichiarazioni, hanno continuato a ricordare ai nostri governi che il loro più grande dovere è la tutela delle vite e dei beni dei nigeriani. Abbiamo insistito nonostante il rifiuto dei nostri appelli da parte di uomini e donne in posizioni di leadership a livello federale e statale di governo in Nigeria. I vescovi non possono andare oltre la loro missione pastorale di pastori del popolo di Dio per scendere nell'arena politica della Nigeria. Non ci stancheremo di svolgere i nostri doveri di cittadini del nostro paese, la Nigeria, consigliando il governo quando necessario e svolgendo le nostre numerose responsabilità civiche. Nella diocesi di Minna, i vescovi escono per incontrare le persone che soffrono e sono sfollate dalle loro terre d'origine per consolarle e assisterle.
Abbiamo notato che attualmente molte comunità stanno formando gruppi locali di autodifesa senza ricorrere alle autorità statali o federali. Questa è una conseguenza dell'incapacità del governo di garantire la sicurezza dei cittadini e, idealmente, è una violazione della legge. Quando le popolazioni locali formano milizie di autodifesa significa che il governo sta perdendo legittimità e controllo del monopolio della forza. Se questo continua, il paese è sulla via della disintegrazione. Ma le persone nelle diverse comunità sono impotenti di fronte all'aumento della violenza e alla distruzione di vite e proprietà nelle loro terre d'origine. Se non si farà nulla per questa situazione, spero che i politici, preoccupati solo per le imminenti elezioni, non avranno villaggi, paesi e città vuoti da governare quando le elezioni saranno terminate nel 2023.
(AP/LM) (Agenzia Fides 5/8/2022)


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