AFRICA/ETIOPIA - Gli atti malvagi sono contrari a qualsiasi insegnamento religioso

mercoledì, 6 luglio 2022

Addis Abeba (Agenzia Fides) – Caos e violenza continuano a colpire la popolazione etiope. Attualmente si sono aggiunte alla crisi del Paese forti tensioni sociali provocate dagli studenti universitari che hanno iniziato a protestare contro l’uccisione, il 18 giugno, di circa 300 civili di etnia Amhara a Tole Kebele, 400 km a ovest di Addis Abeba, nella zona di West Wollega dello stato regionale di Oromia. Secondo fonti locali, anche a Gambella in uno scontro recente sono morte altre 40 persone.
“La Chiesa condanna fermamente l'uccisione di persone innocenti a Gambella e nel Wollega occidentale, per lo più donne e bambini”, hanno dichiarato i membri della Conferenza episcopale cattolica dell'Etiopia (CBCE). Contro queste ennesime brutali uccisioni i vescovi hanno esortato i criminali a fermare atti malvagi e a rispettare la vita del prossimo. “Negli ultimi anni in diverse aree del nostro Paese si stanno ripetendo azioni contrarie a qualsiasi insegnamento religioso che portano alla morte, allo sfollamento e alla migrazione”.
“La nostra Chiesa è profondamente preoccupata per la situazione di pericolo nella quale la popolazione si ritrova nel loro Paese e nelle loro famiglie. Nessuno dovrebbe essere ucciso a causa della identità e religione”, hanno sottolineato, esortando governo e amministrazioni locali, anziani del Paese, leader religiosi e tutti i cittadini, a fermare tali atti malvagi e ripristinare la tradizione di vivere rispettando la dignità altrui. In conclusione hanno ribadito che “non esiste un motivo accettabile che possa portare alla morte e all'umiliazione di un essere umano”.
La guerra civile iniziata in Oromia nel luglio 2020 e nel Tigray nel novembre 2020, si è estesa in Afar, Amhara e nella regione di Gambella, al confine con il Sud Sudan trasformandosi progressivamente in una guerra etnica.
(GF/AP) (Agenzia Fides 6/7/2022)


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