AFRICA/NIGER - “Non mi sono mai pentito di essermi convertito al cristianesimo”

martedì, 17 maggio 2022

SMA

Dosso (Agenzia Fides) – “Non è facile essere cristiani in Niger oggi, e ancor più dopo il jihadismo alimentato da movimenti come Al Qaeda o Boko Haram, presenti nel Paese” scrive all’Agenzia Fides p. Rafael Casamayor, sacerdote della Società per le Missioni Africane (SMA), dalla missione presente a Dosso. Il sacerdote ha riportato la testimonianza di un cristiano che veniva dall'Islam e che oggi fa parte della comunità cattolica di Dosso. “Non ci ho messo molto a trovare Pierre, è un uomo discreto, di poche parole e di un'intensa vita interiore. Un tesoro nella nostra missione perché ci porta subito nel cuore della nostra fede, l'amore verso Dio e verso il prossimo”.
“Sono di Filengué, djerma o songhay, come preferite, - interviene Pierre - e fin da bambino ho ricevuto un'educazione musulmana. Dopo la scuola sono andato alla madrasa coranica dove ho studiato i principi islamici con i bambini e gli adolescenti della mia età. Già alla fine dell'adolescenza ho iniziato a lavorare come saldatore in un laboratorio dove un giorno ho trovato dei libri che erano stati lasciati sui tavoli. Ne presi uno e lo portai a casa. Iniziai a leggerlo e da allora non mi sono separato da esso, era il Nuovo Testamento” sottolinea l’uomo. “Amavo leggere quel libro, c'erano storie che mi toccavano il cuore. Mi piaceva parlarne con alcuni colleghi di lavoro, nessuno di loro era cristiano, ma sapevano alcune cose. Erano storie piene di tenerezza e di vicinanza ai più poveri, ma non sapevo a cosa corrispondessero nella vita reale, non conoscevo nessun cristiano. Successivamente mi mandarono a lavorare ad Agadez e lì entrai a far parte della comunità cristiana. Volevo saperne di più sui Vangeli e sulla vita dei cristiani.”
“Il mio soggiorno ad Agadez è stato una benedizione per tutto ciò che ho imparato e sperimentato con la comunità cristiana molto diversificata: c'erano beninesi, togolesi, burkinabé, francesi, nigerini. Ho visto riflesso lo spirito che credevo di aver scoperto nei Vangeli che ho letto nella mia adolescenza a Filengué, e che sono diventati realtà. Nel corso degli anni trascorsi ad Agadez non solo ho scoperto il messaggio di Gesù e una comunità di riferimento che mi ha aiutato a viverlo, ma mi ha anche aperto un percorso spirituale che rispondeva ai miei sogni adolescenziali che avevano alimentato la lettura dei Vangeli.”
Il missionario laico conclude la sua testimonianza affermando con certezza di non essersi mai pentito di essersi convertito alla fede cristiana, “nemmeno per un solo giorno. Quello che trovo difficile da accettare è che i miei figli sono ancora musulmani anche se non li ho mai costretti a seguire le mie orme.”
(RC/AP) (Agenzia Fides 17/5/2022)


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