Abuja (Agenzia Fides) – Sono liberi i 344 studenti rapiti nella scuola secondaria governativa di Kankara, nello Stato di Katsina nel nord-ovest della Nigeria, assalita nella notte tra l’11 e il 12 dicembre (vedi Fides 14/12/2020). Lo hanno annunciato le autorità locali, che negano di aver pagato alcun riscatto. Il gruppo jihadista Boko Haram ha rivendicato il rapimento attraverso messaggio video e audio non verificati, ma le autorità dello Stato di Katsina affermano che il sequestro di massa è opera di gruppi criminali locali.
Lo Stato di Katsina è lo stato di origine del Presidente Buhari, la cui amministrazione sta lottando per contenere l'insicurezza diffusa in zone della Nigeria settentrionale e centrale. Negli ultimi anni, il conflitto decennale di Boko Haram con l'esercito si è concentrato nella parte nord-orientale, coinvolgendo i vicini Camerun, Ciad e Niger. Se gli insorti fossero coinvolti nell'assalto a Kankara, potrebbe rappresentare un'espansione delle aree minacciate dal gruppo.
L’insicurezza del Paese, legata alla strumentalizzazione della religione a scopi politici, è stigmatizzata da Mons. Obiora Ike, Direttore del Catholic Institute of Development, Justice, Peace and Caritas (CIDJAP), in una dichiarazione pervenuta all’Agenzia Fides. “Sono oltre 100.000 le persone uccise in dieci anni in massacri e omicidi a sfondo religioso, la più alta cifra in qualsiasi Paese al mondo in questo momento” denuncia Mons. Obiora Ike. “La Nigeria non è in guerra con un altro Paese e non lo è mai stata. Tuttavia, le parti settentrionali del Paese, con l'organizzazione terroristica Boko Haram, i pastori Fulani, ora chiamati “banditi”, e alcuni fanatici religiosi musulmani, hanno seguito le strade dei politici che nel 2000 hanno cercato di minare la democrazia in Nigeria con la forza e in contrasto con la Costituzione federale, con l’adozione della Sharia in 12 Stati della Federazione”.
Mons. Ike indirizza “un appello urgente alla comunità internazionale a rivolgere, prima che sia troppo tardi, l’attenzione alla Nigeria, dove ora stanno crescendo l'intolleranza etnica, il terrorismo e il fondamentalismo religioso sponsorizzato dallo Stato. La crisi umanitaria e delle migrazioni derivante da un’eventuale conflagrazione del conflitto interno sarebbe troppo difficile da gestire in caso di uno scontro in piena regola. La Conferenza episcopale cattolica della Nigeria e l'Associazione cristiana della Nigeria, i musulmani moderati, il Vaticano e alcune voci illuminate continuano a chiedere comprensione reciproca, pace, stabilità e progresso nella più grande economia africana e nel Paese più popolato del continente”.
“Sfortunatamente, i cristiani e molti altri in Nigeria avvertono il disinteresse dell’Occidente nei confronti del conflitto nigeriano che se lasciato incontrollato, potrebbero avere conseguenze catastrofiche” conclude il prelato nigeriano. (L.M.) (Agenzia Fides 18/12/2020)