ASIA/MYANMAR - Verso la conferenza di pace: in agenda il cessate-il-fuoco e il federalismo

sabato, 1 agosto 2020 pace   riconciliazione   gruppi armati   guerre   politica   società civile   minoranze religiose   minoranze etniche  

Naypyidaw (Agenzia Fides) - Il Myanmar si prepara ai due appuntamenti più importanti dell’anno che, nonostante le restrizioni per il Covid-19, si terranno con i tempi e i modi già decisi, anche se con alcune limitazioni: la quarta sessione della “Conferenza sulla pace di Panglong del 21°secolo”, come è stato intitolato il vertice che si terrà nella capitale Naypyidaw a metà agosto; e le elezioni legislative, in programma a novembre. La Conferenza di pace ha visto sostanzialmente diminuire il numero dei delegati, una misura accettata da tutti i partecipanti. Alla riunione, fissata dal 12 al 14 agosto prossimi, sono invitate tutte le entità, le organizzazioni e i gruppi che hanno combattuto contro il governo centrale e che, in gran parte, hanno aderito al processo di pace. Hanno ricevuto l’invito anche gruppi che non hanno aderito o che hanno accettato, in linea di principio, l’accordo di tregua nazionale (Nationwide Ceasefire Agreement, NCA, siglato nel 2015), ma senza firmare accordi. Tra gli invitati di rilievo, non inclusi nell’accordo, ci sono, per esempio, la Kachin Independence Organisation e lo United Wa State Party, gruppi che dispongono entrambi di un braccio armato. I temi in agenda riguardano sia l'attuazione dell'accordo di cessate il fuoco a livello nazionale, sia ulteriori negoziati sui principi di base per formare un'unione federale. Tali colloqui che continueranno anche dopo le elezioni. Sarà la prima volta che il federalismo, sinora parola tabù, farà il suo ingresso al tavolo negoziale. L’ultima Conferenza si è tenuta tra il 31 agosto e il 4 settembre 2016, quando si era per la prima volta insediato il governo civile dici è parte anche la Premio Nobel Aung San Suu Kyi. Quall conferenza si chiuse con una "roadmap” per la riconciliazione nazionale e la pace, che prevedeva sette passaggi, alcuni dei quali rimasti lettera morta.
Sul processo di pace pesano diversi fattori: la forza di contrattazione delle diverse forze in campo, che possono contare sulla pressione militare dei relativi eserciti locali; la posizione della Cina - in grado di controllare diversi gruppi lungo la frontiera col Myanmar - e infine la guerra in corso, soprattutto negli stati Chin e Rakhine, cui contribuiscono gruppi armati esclusi dal negoziato e, come nel caso dell’Arakan Army, inscritte nella lista dei gruppi terroristici. Proprio nei giorni scorsi, due raid aerei dell’esercito birmano hanno bombardato l’area tra Kyauktaw e Mrauk U, a circa 150 chilometri da Sittwe, capitale dello stato Rakhine, per rispondere a un attacco dell’Arakan Army. La sezione Mrauk-U-Kyauktaw della carreggiabile Yangon-Sittwe è stata chiusa fino al tardo pomeriggio. I combattimenti hanno avuto luogo nei campi sul lato Est della strada tra la diga di Abaungtaw e quella di Taungphyu. Non si ha per ora notizia di vittime ma molti residenti avrebbero abbandonato l’area. La zona dista una sessantina di chilometri in linea d’aria dal territorio di Paletwa, nel Chin, dove, con la popolazione civile, sono intrappolati dai continui scontri armati anche cinque sacerdoti cattolici.
A metà luglio, diversi leader religiosi birmani di varie fedi - tra i quali buddisti, cristiani, musulmani, indù e sikh - nonché reti e gruppi interreligiosi che lavorano per la pace - hanno condiviso un appello a tutti i civili, ai gruppi armati, ai partiti politici e ad altri esponenti religiosi perché tutti lavorino per la pace, l'armonia, l'unità e il consolidamento della democrazia in vista delle elezioni generali e della Conferenza di Panglong.
(PA) (Agenzia Fides 1/8/2020)


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