Bangkok (Agenzia Fides) - La situazione del rispetto dei diritti umani nell’Asia orientale e nell’area del Pacifico è precaria a causa di fenomeni come xenofobia, intolleranza religiosa e impatto del cambiamento climatico: tali elementi rappresentano anche le aree di azione su cui ha maggiormente operato, nel corso del 2019, “Franciscan International” (FI), Ong della famiglia francescana, accreditata all’Onu. E’ quanto riporta il Rapporto annuale, inviato all’Agenzia Fides dall’Organizzazione, che svolge attività di advocacy presso le Nazioni Unite, promuovendo il rispetto di tutti i diritti umani e la giustizia ambientale.
Tra le diverse questioni affrontate e le istanze presentate all’assemblea ONU, vi sono il difficile rapporto tra Papua Occidentale e governo indonesiano e gli abusi compiuti del governo delle Filippine. Nel corso del 2019, Fi ha segnalato “violazioni dei diritti umani in Papua Occidentale in un contesto di conflitto persistente su questioni d’indipendenza, presunta discriminazione contro i Papuani indigeni e lo sviluppo di megaprogetti agricoli non sostenibili”. Le informazioni giungono a FI soprattutto grazie al radicamento della Famiglia Francescana nell’isola, dove risiedono diverse comunità francescane, in quanto “l’accesso a giornalisti e altri osservatori internazionali è ancora fortemente limitato dalle autorità indonesiane”. In tale contesto, comunque, rappresentanti di Franciscan International hanno potuto contribuire a organizzare una visita ecumenica in Papua Occidentale, patrocinata dal Consiglio Mondiale delle Chiese (World Council of Churches, WCC), la prima consentita dal 1969, anno in cui la regione è stata integrata nell’Indonesia. “Nel corso dell’anno, Franciscan International ha sfruttato il suo accesso e la sua presenza in Papua Occidentale per portare alla luce queste continue violazioni, anche tramite due eventi organizzati durante le sedute del Consiglio per i Diritti Umani, colloqui con diplomatici indonesiani e una serie di appelli urgenti all’ONU”, si legge nella nota.
Per quanto riguarda le Filippine, invece, l’organizzazione ha portato all’attenzione dell’ONU le continue violazioni dei diritti umani perpetrate da parte di forze di sicurezza nell’ambito di un programma governativo di “guerra alla droga” che, secondo i gruppi che operano per la tutela dei diritti umani, potrebbe aver provocato circa 27mila vittime. A tal proposito, si rileva che “la Famiglia Francescana e l’intera Chiesa cattolica nelle Filippine hanno manifestato strenua opposizione alle azioni del governo, fornendo anche riabilitazione ai tossicodipendenti e sostegno pastorale e finanziario alle famiglie delle vittime”. Questo impegno ha provocato minacce ai religiosi francescani da parte di funzionari del governo e della polizia, incluso lo stesso Presidente Duterte, in un ambiente “sempre più ostile all’operato dei gruppi della società civile e delle organizzazioni confessionali”.
Gli altri Paesi dell’area coinvolti dall’operato di Franciscan International sono Kiribati, Giappone, Malaysia, Papua Nuova Guinea, Sri Lanka e Vanuatu.
Oltre che in Asia, la Ong francescana è attiva in Africa e nelle Americhe, coinvolgendo con la sua opera oltre 30 Paesi. Come si evince dal Rapporto 2019, gli interventi di advocacy e le presentazioni alle Nazioni Unite sono state in totale 50, svolti anche grazie all’operato di 28 partner locali impegnati nelle segnalazioni all’ONU. L’advocacy di Franciscans International “si regge su tre pilastri che hanno costituito le fondamenta della spiritualità francescana nel corso dei secoli: dignità umana, pace e cura del creato”. In ambito internazionale, questa vocazione si traduce oggi nella convinzione che sviluppo sostenibile, tutela dell’ambiente e rispetto dei diritti umani siano indissolubilmente legati.
(PA) (Agenzia Fides 18/7/2020)