Pechino (Agenzia Fides) – “Santo Padre, durante l’epidemia, abbia a cuore anche la Sua persona. Lo faccia per noi, 1,3 miliardi di cattolici sparsi in tutto il mondo. La preghiamo di prendersi cura anche di sé!”. È questa la raccomandazione che dal profondo del cuore i cattolici cinesi rivolgono a Papa Francesco. Se ne fa portavoce una lettera aperta rivolta al Vescovo di Roma e pubblicata oggi su sito di Xinde Press ("Faith"), la più ampia piattaforma della comunicazione cattolica cinese. “La stessa raccomandazione” si legge nella lettera “vorremmo estenderla a chi amministra Casa Santa Marta e ai suoi segretari: che custodiscano bene il Papa, in questo periodo difficile, e vigilino sulle distanze di sicurezza quando lui deve incontrare visitatori. E se deve per forza ricevere qualcuno o partecipare ad eventi con altre persone, speriamo tanto che il Papa indossi anche lui una mascherina”.
Nelle parole della lettera rivolta al Papa si percepisce la sollecitudine amorevole di chi si preoccupa anche della salute di una persona a cui si vuole tanto bene, in un momento in cui il pericolo incombe su tutti. Come gesto di fede e comunione, innumerevoli cattolici cinesi sono rimasti svegli o si sono svegliati apposta, in piena notte, per seguire via internet l’Atto straordinario di preghiera in tempo di epidemia, presieduto da Papa Francesco venerdì 27 marzo in Piazza San Pietro (a Pechino era già l’una di notte di sabato 28 marzo). Tantissimi di loro stanno seguendo ogni giorno i suggerimenti spirituali del Papa (recita del rosario, novena, preghiere quotidiane) per vivere il proprio itinerario spirituale quaresimale in questo tempo stravolto dall’emergenza sanitaria globale.
Gli aiuti raccolti con il coordinamento di Jinde Charities - come quelli inviati anche da altre comunità e privati cittadini - stanno arrivando in Italia e in Vaticano con il supporto logistico dell’ambasciata italiana a Pechino e del Ministero degli esteri italiano, che ha consentito di coordinare e organizzare il trasporto aereo degli aiuti raccolti. Il 28 marzo è giunta all’aeroporto di Malpensa (Milano) la seconda spedizione di aiuti inviati dai cattolici cinesi, per un valore complessivo di 450mila euro. Attraverso la Farmacia Vaticana, Gli aiuti ((10mila mascherine del modello N95, oltre 500 mila mascherine usa-getta, 27 mila guanti chirurgici, 8mila tute e 6mila occhiali di protezione) sono stati smistati anche tramite la Farmacia Vaticana all’Ufficio della pastorale sanitaria del Vicariato di Roma, alla Diocesi di Macerata, all’Ospedale Gemelli dell’Università cattolica del Sacro Cuore, all’Ospedale da campo della Associazione nazionale Alpini e a altri organismi operanti sul campo. Il primo carico di dispositivi sanitari spedito grazie alle raccolte dei cattolici cinesi, era arrivato in Italia due settimane fa, in quel caso le attrezzature di protezione erano state prese in consegna e ridistribuite dalla Caritas Ambrosiana, nel territorio dell’arcidiocesi di Milano e in Lombardia, epicentro della pandemia. Ora la terza spedizione è pronta a partire da Pechino con i primi voli disponibili diretti in Italia.
Sin dalla prima esplosione dell’epidemia Covid-19, Papa Francesco ha manifestato pubblicamente la sua vicinanza alla popolazione cinese colpita pesantemente dal virus anche con riferimenti diretti espressi alla fine dell’Udienza generale del mercoledì o dopo la recita dell’Angelus domenicale. Come ha confermato mons. Segundo Tejado Muñoz, sottosegretario del Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale, citato da Xinde Press, “attraverso Jinde Charities Papa Francesco ha donato 200mila euro senza condizione alla Cina per i progetti di prevenzione/contro l'epidemia e per l'assistenza agli anziani, per esprimere il suo amore per il popolo cinese”.
I cattolici cinesi stanno vivendo quest’emergenza con grande senso di fede, confortati dai gesti e dalle parole del Papa che chiama tutti alla preghiera e alla solidarietà fraterna. Oltre che in Italia, gli aiuti di cattolici e protestanti cinesi sono arrivati anche in Corea del sud e Spagna, suscitando anche gesti gratuiti di riconoscenza da persone colpite da questo spontaneo movimento di carità. Don Giovanni Battista Sun, Presidente del Centro Studi “Li Madou” della diocesi di Macerata, ha sottolineato che l’emergenza attraversata dall’Italia, il Paese del gesuita maceratese Matteo Ricci, ha suscitato premurosa preoccupazione in tutti i cinesi, cattolici e no. E uno studioso cinese ha voluto inviare a Jinde Charity 10 mila Yuan (equivalente a 1,500 euro) chiedendo di usarli per inviare aiuti proprio alla popolazione di Macerata. La Amity Foundation, Fondazione cinese cristiana protestante rinomata per aver stampato centinaia di milioni di Bibbie in lingua cinese, sta collaborando con i cattolici cinesi per aiutare Paesi tra i più colpiti dal Covid-19 come Italia, Spagna e Germania “nel nome di tutti i cristiani cinesi”. “La carità cristiana” dichiara a Fides padre John Baptist Zhang, responsabile di Jinde Charity “è senza confini, e soprattutto in questo momento è urgente guardare alle sofferenze di tutta la famiglia umana con lo spirito della carità cristiana, come ci insegna la fede e il magistero di tutti i Papi”. (NZ) (Agenzia Fides 3/4/2020)