VATICANO - Gli Operatori Pastorali uccisi nell’anno 2015

mercoledì, 30 dicembre 2015 missionari uccisi  
Operatori Pastorali uccisi

Operatori Pastorali uccisi

Città del Vaticano (Agenzia Fides) – La scia degli operatori pastorali uccisi rivela in questa fase storica dell’umanità una recrudescenza inaudita. Sembra non avere eguali nella storia, perché è in atto una persecuzione globalizzata. Infatti i cristiani uccisi in quest’anno, che la nostra Agenzia puntualmente registra, appartengono a quattro continenti. L’America già da sette anni consecutivi ha il triste primato con otto operatori pastorali uccisi. Segue l’Asia con sette, l’Africa con cinque e infine anche l’Europa con due sacerdoti in Spagna.
Questi numeri sono solo la punta di un iceberg della persecuzione globale contro i cristiani che, come già si legge nella Lettera a Diogneto, amano tutti, e da tutti sono perseguitati. L’Isis, Boko Haram, la discriminazione in vari paesi dove la religione è un affare di Stato, rendono arduo ed eroico essere cristiani, soggetti ad attentati e a stragi. E’ necessario che Cristo sia in agonia sino alla fine del mondo, quando vi sarà il Regno di giustizia e di pace.
La nostra Agenzia con questo dossier e con la puntuale informazione su questa persecuzione, mira a portare alla luce questi drammi dell’umanità, al fine di risvegliare la coscienza di tutti gli uomini di Buona Volontà per la costruzione di una società più giusta e solidale. (p.Vito Del Prete, PIME)

Città del Vaticano (Agenzia Fides) – Secondo le informazioni raccolte dall’Agenzia Fides, nell’anno 2015 sono stati uccisi nel mondo 22 operatori pastorali. Per il settimo anno consecutivo, il numero più elevato si registra in America. Dal 2000 al 2015, secondo i dati in nostro possesso, sono stati uccisi nel mondo 396 operatori pastorali, di cui 5 Vescovi.
Nel 2015 sono morti in modo violento 13 sacerdoti, 4 religiose, 5 laici. Secondo la ripartizione continentale, in America sono stati uccisi 8 operatori pastorali (7 sacerdoti e 1 religiosa); in Africa sono stati uccisi 5 operatori pastorali (3 sacerdoti, 1 religiosa, 1 laica); in Asia sono stati uccisi 7 operatori pastorali (1 sacerdote, 2 religiose, 4 laici); in Europa sono stati uccisi 2 sacerdoti.
Come sta avvenendo negli ultimi anni, la maggior parte degli operatori pastorali è stata uccisa in seguito a tentativi di rapina o di furto, compiuti anche con ferocia, in contesti che denunciano il degrado morale, la povertà economica e culturale, la violenza come regola di comportamento, la mancanza di rispetto per la vita. In queste situazioni, simili a tutte le latitudini, i sacerdoti, le religiose e i laici uccisi, vivevano nella normalità quotidiana la loro testimonianza: amministrando i sacramenti, aiutando i poveri e gli ultimi, curandosi degli orfani e dei tossicodipendenti, seguendo progetti di sviluppo o semplicemente tenendo aperta la porta della loro casa. E qualcuno è stato ucciso proprio dalle stesse persone che aiutava. “Ieri come oggi, compaiono le tenebre del rifiuto della vita, ma brilla ancora più forte la luce dell’amore, che vince l’odio e inaugura un mondo nuovo” (Papa Francesco, Angelus del 26 dicembre 2015).
L’elenco annuale di Fides, senza dubbio incompleto, non riguarda solo i missionari ad gentes in senso stretto, ma registra gli operatori pastorali morti in modo violento. Non viene usato di proposito il termine “martiri”, se non nel suo significato etimologico di “testimoni”, per non entrare in merito al giudizio che la Chiesa potrà eventualmente dare su alcuni di loro, e anche per la scarsità di notizie che si riescono a raccogliere sulla loro vita e sulle circostanze della morte.
Agli elenchi provvisori stilati annualmente dall’Agenzia Fides, deve sempre essere aggiunta la lunga lista dei tanti, di cui forse non si avrà mai notizia o di cui non si conoscerà neppure il nome, che in ogni angolo del pianeta soffrono e pagano con la vita la loro fede in Gesù Cristo. (SL) (Agenzia Fides 30/12/2015)


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