AMERICA/STATI UNITI - Nuovo appello al Presidente perché finalmente risolva i problemi delle famiglie immigrate

venerdì, 10 aprile 2015

Washington (Agenzia Fides) – La pratica di detenere le famiglie immigrate in fuga dalla violenza dell'America centrale sarà una "macchia" nell'eredità del presidente Barack Obama e nell'immagine del paese: lo hanno detto ieri, 9 aprile, i leader religiosi che recentemente hanno visitato il centro di detenzione per le famiglie a Dilley, nel Texas (vedi Fides 28/03/2015).

Kevin Appleby, Direttore delle politiche migratorie della Conferenza dei Vescovi cattolici degli Stati Uniti (USCCB), ha avvertito che la pratica della detenzione "ha il potenziale sufficiente per deteriorare l'eredità del Presidente sulla questione dell'immigrazione. Con una mano si dà e con l'altra si toglie".

Nella nota pervenuta a Fides si segnala anche che, nella conferenza stampa tenuta ieri dalla “Lutheran Immigration and Refugee Service” (LIRS), che fa parte del gruppo che ha visitato il centro del Texas, è stato sollevato il problema degli organismi di assistenza agli immigrati che sono espressione di realtà religiose (6 su 9 in totale). Questi sono accusati di non fornire l’assistenza sanitaria completa, secondo la legge americana, che prevede anche l’aborto e l’uso di contraccettivi per gli adolescenti. Tra gli immigrati ci sono infatti diverse giovani rimaste incinte a causa delle violenze subite da militari o da delinquenti che hanno approfittato della loro condizione.

Uno dei gruppi che insiste su questo aspetto è l’Unione Americana della Libertà Civile (ACLU), che inizialmente lavorava con la Caritas e altri organismi di confessione cristiana a favore dei migranti, e che adesso li accusa di non dare assistenza medica completa alle giovani immigrate in gravidanza. La USCCB ha ribadito che un approccio del genere va contro i propri principi e i diritti di queste persone vulnerabili. (CE) (Agenzia Fides, 10/04/2015)


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