ASIA/TERRA SANTA - Emergenza acqua a Gaza, iniziative della rete AGIRE

martedì, 23 settembre 2014

Gaza (Agenzia Fides) - La carenza o la completa mancanza d’acqua nelle città, nei villaggi e nei campi profughi pesa sulla vita delle popolazioni in fuga nelle diverse aree di crisi in Medio Oriente come un'emergenza nell'emergenza. La gestione dei rifornimenti idrici e il controllo delle grandi dighe ha creato anche in passato attriti tra Siria, Turchia e Iraq, e adesso rappresenta uno degli ambiti di contesa tra eserciti e milizie armate, comprese quelle di stampo jihadista. Non è un caso che le dighe di Tabqua e di Mosul siano state obiettivi prioritari dei miliziani dello Stato Islamico. E una vicenda eclatante è rappresentata dalla situazione di Aleppo, dove l'interruzione delle forniture d’acqua viene usata come punizione collettiva in tutti i settori della città divisa.
L'accesso alle risorse idriche rappresenta anche uno dei “fronti caldi” del conflitto israelo-palestinese. I palestinesi hanno a disposizione una quantità di acqua potabile che è tra le più basse del mondo, ben al di sotto della soglia di carenza assoluta.
Le organizzazioni non governative collegate nella rete AGIRE (Agenzia Italiana Risposta Emergenze) sono impegnate a sostenere anche progetti per assicurare un'adeguata fornitura di acqua alla popolazione di Gaza.“A Gaza - riferisce Stefano Gambini, capo progetto GVC (Gruppo Volontariato Civile), in un comunicato pervenuto all'Agenzia Fides - siamo intervenuti, subito dopo la firma della tregua, per riparare le infrastrutture idriche e abbiamo distribuito voucher per l'acquisto di carburante e per l'utilizzo dei sistemi di depurazione, desalinizzazione e pompaggio dell’acqua sia per famiglie che per scuole, asili e ospedali”. Nella città palestinese la fornitura di acqua e il ripristino della rete fognaria distrutta o danneggiata è fondamentale per almeno un milione di abitanti, circa i 2/3 della popolazione di tutta la Striscia. “Come GVC stiamo lavorando affinché 600.000 persone possano avere accesso all’acqua potabile, alla corrente elettrica, al carburante necessari per lo svolgimento quotidiano delle proprie attività”. Anche l'organizzazione COOPI (Cooperazione Internazionale) ha impostato nella Striscia di Gaza un programma di intervento che prevede nella prima fase la distribuzione di acqua potabile a 4.500 persone e il ripristino di tre pozzi e degli impianti idrici di collegamento alle cisterne di acqua, per consentire l’accesso all’acqua per uso domestico a una popolazione di circa 50 mila abitanti. (GV) (Agenzia Fides 23/9/2014).


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