Amman (Agenzia Fides) – Avendo come sfondo la tragedia siriana, è iniziato ad Amman il summit internazionale convocato dalla Monarchia Hascemita sulle sfide affrontate dai cristiani arabi in Medio Oriente. Come appreso da Fides, l'incontro - che vede la partecipazione di più di 70 tra Patriarchi, vescovi, delegati patriarcali, sacerdoti, religiosi e laici in rappresentanza di tutte le Chiese e comunità ecclesiali radicate in Medio Oriente – intende delineare le prospettive future della presenza cristiana nell'area mediorientale, davanti alle tante emergenze e difficoltà - guerre, rapimenti, attentati, profanazioni - che spingono soprattutto i giovani cristiani a lasciare le proprie terre d'origine e a emigrare in Occidente.
Re Abdallah II di Giordania aveva accennato al summit nel suo recente colloquio avuto in Vaticano con Papa Francesco, lo scorso 29 agosto. La singolarità dell'iniziativa consiste proprio nel fatto che a convocare un incontro sulla condizione dei cristiani in Medio Oriente sia stata la Monarchia discendente dalla famiglia del Profeta Muhammad, che rivendica la propria funzione di dinastia protettrice dei Luoghi Santi dell'Islam. Il principale sponsor dell'incontro è il Principe Ghazi ben Muhammad, consigliere del Re per le questioni religiose e culturali. “Il Medio Oriente è la culla del cristianesimo “si legge nel testo di presentazione del convegno “ma i rivolgimenti recenti hanno posto le comunità cristiane della regione davanti a sfide gravi”. L'intento del summit è quello di studiare nel dettaglio i problemi e suggerire soluzioni che aiutino a uscire da questa fase di emergenza, così da “garantire. Se Dio vuole, la sicurezza e la prosperità in Medio Oriente del cristianesimo, riconosciuto come una parte indelebile e essenziale del ricco mosaico mediorientale”. I partecipanti all'incontro sono chiamati a confrontarsi per due giorni in diverse sessioni di studio dedicate ai recenti sviluppi della situazione in Egitto, Siria, Iraq, Giordania e Palestina. Al summit sono presenti, tra gli altri, il Patriarca greco-ortodosso di Damasco Yohanna X al-Yazigi e tre Patriarchi di Gerusalemme (quello latino Fouad Twal, quello greco-ortodosso Teophilos III e quello armeno ortodosso Nourhanne Maniougan). Prendono parte ai lavori anche il cardinale Jean-Louis Tauran, Presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo inter-religioso, e il cardinale statunitense Theodore Edgar McCarrick. (GV) (Agenzia Fides 3/9/2013).