AFRICA/COSTA D’AVORIO - Dopo i disordini post elettorali i bambini iniziano a tornare a scuola, in ritardo e traumatizzati

lunedì, 7 novembre 2011

Abidjan (Agenzia Fides) – In Costa d’Avorio l’anno scolastico inizia generalmente alla fine del mese di ottobre. Quest’anno invece l’apertura sta ritardando per le difficoltà causate dalle violenze post elettorali che hanno interrotto per mesi le lezioni in molte scuole. Nella zona occidentale del paese, lungo il confine con la Liberia, le scuole tra i villaggi di Blolequin e di Toulepleu sono ancora chiuse e molti bambini non sono ancora rientrati nelle proprie case dopo la fuga con le rispettive famiglie in Liberia o in altre parti della Costa d’Avorio. Anche nella capitale commerciale, Abidjan, dalla riapertura delle scuole la frequenza è ancora molto ridotta. Nella scuola elementare della periferia settentrionale di Abobo Baole sono arrivati solo il 60% dei 500 alunni previsti; alcuni insegnanti hanno 10 studenti per classe. Le 4 scuole elementari e medie di Abidjan non sono frequentate che dal 50% degli studenti attesi.
Le scuole pubbliche in Costa d’Avorio sono gratuite, non ci sono tasse per l’iscrizione nè per il materiale scolastico, tuttavia i genitori devono comprare le divise per la scuola dell’obbligo e pagare alcuni oneri amministrativi, come i certificati di nascita necessari per l’iscrizione. Molti studenti di Abobo Baole provengono da famiglie povere e i genitori hanno deciso di mandarli a scuola a partire dal mese prossimo. Nell’ultimo anno scolastico, è stato registrato solo il 57% delle ammissioni alla scuola secondaria, rispetto al 70% degli ultimi anni. Dal 34% dei diplomati si è scesi al 21%. Inoltre si stima che circa 140 mila alunni delle scuole pubbliche elementari non riusciranno ad arrivare all’ultimo anno scolastico. Molti studenti delle scuole private sono stati penalizzati perchè i genitori non hanno potuto pagare le spese dell’ultimo trimestre. Circa 20 mila di loro, soprattutto ad ovest, non sono riusciti a fare gli esami di ammissione alla scuola secondaria.
Circa un milione dei 2,5 milioni di bambini delle scuole elementari hanno subito gli effetti della crisi politica sia per la chiusura delle scuole e soprattutto perché costretti a fuggire con le loro famiglie. Le scuole del nord del paese, tenute in quel periodo dai ribelli, hanno chiuso da gennaio ad aprile dopo che il presidente eletto Alassane Ouattara aveva chiesto ai funzionari di non lavorare più con l’ ex presidente Laurent Gbagbo. Le scuole del sud, controllate dal precedente governo, sono state chiuse per tutto il mese di aprile a causa delle violenze.
In uno studio dell’UNICEF del giugno 2011, sono stati registrati 224 attacchi contro le strutture del sistema educativo, il 50% dei quali verificatisi ad Abidjan. Secondo l’organizzazione, dal mese di giugno 2011 hanno riaperto il 97% delle scuole elementari e l’86% degli studenti stanno frequentando le lezioni, tuttavia nelle città occidentali di Divo, Man e Odienné, è tornato a scuola meno del 70% degli studenti. Molti dei bambini sono fortemente traumatizzati, hanno visto uccidere i loro genitori e sono stati allontanati dalle loro abitazioni. Per questo motivo l’UNICEF ha formato circa 5 mila insegnanti in 8 regioni per aiutarli a superare questi traumi e promuovere attività ricreative. (AP) (7/11/2011 Agenzia Fides)


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