AFRICA/COSTA D’AVORIO - La comunità internazionale continua a mediare, ma si prepara anche ad un eventuale intervento militare

martedì, 18 gennaio 2011

Abidjan (Agenzia Fides) - Tra prove di dialogo e segnali di un possibile intervento militare, la comunità internazionale continua ad esercitare pressioni per far uscire la Costa d’Avorio dalla crisi politica-istituzionale provocata dal rifiuto del Presidente uscente, Laurent Gbagbo, di riconoscere la vittoria di Alassane Ouattara al ballottaggio presidenziale del 28 novembre.
I Capi di Stato Maggiore degli eserciti dei Paesi della Comunità Economica degli Stati dell’Africa Occidentale (CEDEAO/ECOWAS) si sono riuniti oggi, 18 gennaio, a Bamako, capitale del Mali, per discutere un possibile intervento militare in Costa d’Avorio per deporre Gbagbo e installare al potere Ouattara. La Costa d’Avorio è stata sospesa dalla CEDEAO all’inizio della crisi.
Un documento preliminare, elaborato in una precedente riunione dei militari della CEDEAO tenutasi a fine dicembre, afferma che il grosso dell’eventuale forza di intervento sarà costituito dai militari nigeriani. Si prevede pure l’imposizione di un blocco navale del Paese e l’uso di forze speciali. Alcuni giorni fa i sostenitori di Ouattara avevano chiesto “un’operazione di commando” per assaltare il palazzo presidenziale e catturare Gbagbo. Secondo esperti militari, la CEDEAO non ha un numero sufficiente di uomini per condurre da sola un’azione militare in Costa d’Avorio.
Sul piano diplomatico, il mediatore dell’Unione Africana, il Premier keniano, Raila Odinga, si trova ad Abidjan, dove ha incontrato sia Gbagbo sia Ouattara. Odinga ha affermato di aver notato dei “progressi” nel colloquio avuto ieri con i due protagonisti della crisi. Le discussioni dovrebbero continuare oggi.
Nel frattempo scontri tra i partigiani di Ouattara e le forze di sicurezza sono avvenuti ad Abobo, il quartiere di Abidjan “feudo” del Presidente eletto. La forza di pace dell’ONU in Costa d’Avorio (ONUCI) ha accusato le milizie fedeli a Gbagbo di attaccare le proprie pattuglie. Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU si appresta ad approvare l’invio di altri 2mila “Caschi Blu” per rafforzare gli 11.500 uomini dell’ONUCI. (L.M.) (Agenzia Fides 18/1/2011)


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