AFRICA/KENYA - Oltre 12 milioni di keniani domani alle urne per il referendum sulla nuova Costituzione

martedì, 3 agosto 2010

Nairobi (Agenzia Fides)- Sono oltre 12 milioni e mezzo i keniani chiamati domani, 4 agosto, alle urne per il referendum confermativo sulla nuova Costituzione. Il testo sottoposto al giudizio popolare prevede limitazioni ai poteri del Presidente, la devoluzione di diverse attribuzioni dallo Stato centrale a livello regionale e la creazione di un Senato con poteri di controllo e coordinamento ma minori rispetto a quelli della Camera dei Deputati.
La nuova Costituzione ha suscitato l’opposizione della Chiesa cattolica e delle altre confessioni cristiane perché prevede una clausola considerata propedeutica alla legalizzazione dell’aborto poiché sposta l’inizio della vita dal concepimento alla nascita, ,e un’altra che riconosce le corti civili musulmane, le cosiddette “Kadhi courts”. Anche il Ministro dell’Istruzione William Ruto e l’ex Presidente Daniel Arap Moi si sono detti contrari al nuovo testo costituzionale. Il Presidente Mwai Kibaki e il Primo Ministro Raila Odinga sostengono invece la nuova Carta costituzionale.
I leader cristiani, che hanno guidato una preghiera ecumenica il 30 luglio (vedi Fides 30/7/2010), si sono appellati alla nazione chiedendo di votare no. Il Segretario del National Council of Churches of Kenya, Peter Karanja ha detto: “la Costituzione ha molte cose buone, ma il bene è mischiato con il male che può influenzare la vita morale e i diritti di questo Paese nelle sue fondamenta”. Una posizione che era stata ribadita dal Cardinale John Njue, Arcivescovo di Nairobi, che nel presentare la preghiera ecumenica aveva affermato: “vi sono stati dei miglioramenti della bozza costituzionale, ma il buono è stato mischiato con alcuni paragrafi cattivi che incidono sulla vita morale e i diritti. Vi sono persone che pensano che solo una piccola percentuale della bozza costituzionale sia cattiva. Sfortunatamente non è così. Il male per quanto piccolo è come un lievito cattivo, e trasforma e corrompe tutta la massa da dentro”.
Oltre 63 mila agenti in tutto il Paese sono stati mobilitati per garantire la sicurezza, in particolare nella zona della Rift Valley, dove nel 2008 si verificarono il maggior numero di morti a seguito delle violenze post-elettorali. L’ONU ha inviato 50 osservatori per controllare lo svolgimento della votazione nelle aree più calde del Paese. Gli osservatori dovranno controllare in particolare che non vi siano persone che incitano all’odio. È stato anche creato un centro dove verificare che i messaggi inviati tramite SMS non contengano istigazioni alla violenza. Nella crisi del 2008 vennero inviati numerosi SMS incitanti alla violenza. (L.M.) (Agenzia Fides 3/8/2010)


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