Con l’Islam diventato la seconda religione di Francia, lo Stato si è trovato nella condizione necessaria di avere un interlocutore che rappresentasse le varie comunità islamiche presenti sul territorio. Da qui è nata l’iniziativa nel 1989 dell’allora Ministro degli Interni e dei Culti, Pierre Joxe, di favorire la nascita di una consulta musulmana che potesse dialogare con lo stato.
Dieci anni dopo, nel 1999, il ministro Chevenement ha stilato un inventario di tutte le organizzazioni che gestiscono il culto musulmano e le ha invitate a dialogare con il ministero per definire la forma che avrebbe dovuto avere la Consulta. Si sono imposte quattro principali organizzazioni:
1. La moschea di Parigi e la sua rete di Imam nominati dal governo algerino.
2. L’Unione delle Organizzazioni Islamiche di Francia, ben strutturata e con un influenza che va al di là della rete delle moschee ufficialmente affiliate.
3. La Federazione Nazionale dei Musulmani di Francia diventata nel tempo un raggruppamento essenzialmente marocchino.
4. Il movimento Tabligh, all’inizio molto incerto perché preoccupato di conservare il suo carattere pietista, partecipa comunque in parte minima.
Alla Consulta si sono poi aggiunte altre due popolazione musulmane: i turchi - le cui organizzazioni sono state storicamente sempre attive nella gestione del culto - e gli africani subsaharini con la Federazione delle associazioni islamiche d’Africa, delle Antille e delle Comore.
Dopo avere individuato le organizzazioni principali, sono state scelte sei grandi moschee: quella di Evry; quella di Mantes-la-Jolie; la grande moschea di Lione; la grande moschea del Sud della Francia, a Marsiglia; la grande moschea di Saint Denis, che non è ancora stata eretta, e la moschea Addavva a Parigi.
Infine il Ministero ha eletto sei personalità rappresentative.
Il debutto della Consulta è stato difficile. Dal 1999, 63 Commissioni hanno lavorato alla stesura di uno statuto. Molti i problemi che si sono presentati riguardano la richiesta avanzata da ciascuna organizzazione di avere i propri rappresentanti. Nel 2002, dietro la pressione e il costante impegno del ministro dell’Interno, viene finalmente alla luce lo statuto della Commissione che prevede la modalità delle elezioni dei rappresentanti del Consiglio francese del Culto musulmano. Le prime elezioni ci sono state il 6 e il 13 aprile del 2003. La prima riunione del Consiglio di amministrazione del Cfcm è del 3 maggio. Il Cfcm inizia la sua attività. E i musulmani per la prima volta hanno una rappresentanza al tavolo della Repubblica.
La grande sfida del Cfcm è quella di gestire e creare condizioni dove possa emergere una teologia musulmana che permetta una integrazione armoniosa dell’Islam nello spazio repubblicano laico. Allo stesso tempo il Cfcm deve tenere conto delle esigenze della base. Problema di non facile risoluzione con i musulmani laici, ad esempio, che non ne riconoscono la legittimità.