ASIA/FILIPPINE - “Dopo l’attentato, la Cattedrale è distrutta, la gente è terrorizzata: chiediamo l’aiuto della Chiesa universale”: a Fides l’appello del Vescovo di Basilan

mercoledì, 14 aprile 2010

Isabela (Agenzia Fides) – “E’ terribile. La bomba esplosa ieri ha distrutto la Cattedrale di Isabela per il 70% e l’edificio è inagibile. Grazie a Dio non vi sono state vittime. Oggi abbiamo celebrato Messa nel Centro catechistico. I fedeli sono terrorizzati: questi atti terroristici intendono rendere difficile la vita dei cristiani e cacciarli da Basilan”: è la drammatica testimonianza espressa in un colloquio con l’Agenzia Fides da S. Ecc. Mons. Martin Jumoad, Vescovo nella Prelatura territoriale di Isabela, capitale dell’isola di Basilan, nell’estremo Sud delle Filippine.
Ieri sull’isola vi sono stati due attentati terroristici: una bomba ha colpito un palazzo governativo, un’altra la Cattedrale cattolica della città, danneggiandola fortemente. Successivamente, gli scontri a fuoco fra miliziani terroristi e forze di sicurezza hanno fatto circa 15 vittime.
“E’ la prima volta che veniamo attaccati così direttamente e con tale forza. In passato ho ricevuto lettere minatorie e diverse intimidazioni. Ci sono stati altri piccoli attentati, ma oggi è molto diverso. Poteva essere una tragedia. Temo seriamente per la mia vita e per quella dei fedeli. Tuttavia oggi sono andato per le strade a incoraggiare i fedeli: è la mia missione”, nota a Fides il Vescovo.
“Ho preparato un Lettera pastorale in cui invito i cattolici a restare a Basilan, che è la nostra casa; chiedo loro di restare calmi, di non reagire alla violenza e di pregare per la pace. Oggi un corteo di gente che portava candele accese in segno di pace, ha illuminato la città. La nostra speranza non deve morire”, aggiunge, ricordando che a Basilan la popolazione è musulmana per oltre il 60% e al 40% cristiana.
Il Vescovo ha incontrato le autorità civili “ricevendo appoggio e solidarietà”: “Uno dei problemi principali – ha detto, riferendo a Fides dei colloqui – è la proliferazione delle armi nella società e in tutte le Filippine Sud, che le autorità si sono impegnate a combattere. Inoltre ci hanno assicurato che le forze di polizia faranno il proprio dovere nella caccia ai responsabili, nella lotta al terrorismo e per garantire sicurezza alla gente comune”.
“Chiediamo al Papa, alla Chiesa universale e a tutte le agenzia di aiuto – conclude Mons. Jumoad – di aiutarci nella pronta ricostruzione della Cattedrale, luogo simbolo della nostra comunità, luogo dove rendere grazie a Dio, dove riunirci per la lode, la catechesi, la carità”.
Quelli avvenuti ieri sono, secondo fonti locali di Fides, “rigurgiti di terrorismo in cui si incrociano diversi elementi: l’intenzione di seminare instabilità alla vigilia delle elezioni nazionali (a maggio 2010); le intimidazioni verso i cristiani; una resa dei conti fra miliziani e marines filippini, impegnati da anni nelle Filippine Sud”.
L’isola di Basilan, con Jolo e le isole Sulu, è una delle basi dei terroristi del gruppo “Abu Sayyaf”, che da anni imperversa nell’area, portando avanti un’ideologia condita da nazionalismo ed estremismo islamico radicale. L’esercito filippino stanziato nel Sud dell’arcipelago conduce da tempo una lotta senza quartiere contro il gruppo (sulla lista nera delle formazioni terroristiche a livello internazionale), ma finora non è riuscito a debellarlo. (PA) (Agenzia Fides 14/4/2010)


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