ASIA/VIETNAM - “Nessuna spiegazione dal governo, ma crediamo nella Verità”, dice il Superiore Provinciale dei Redentoristi in Vietnam

sabato, 30 gennaio 2010

Hanoi (Agenzia Fides) – Religiosi e laici percossi e arrestati. Un popolo di fedeli disorientati e in lacrime. I Redentoristi accusati di essere “istigatori di disordini”. La Chiesa in Vietnam sta ancora riflettendo e pregando sui recenti episodi di violenza registrati presso la parrocchia di Dong Chiem, nell’arcidiocesi di Hanoi (vedi Fides 23/01/2010) mentre altri problemi si registrano nella diocesi di Danang. Sulla delicata situazione l’Agenzia Fides ha chiesto il parere di P. Vincent Pham Trung Thanh, Superiore Provinciale dei Redentoristi in Vietnam.

P. Vincent quali sono le condizioni di salute di Fratel Anthony Nguyen Van Tang, malmenato dalla polizia?

Voglio esprimere prima di tutto il nostro sincero grazie a quanti hanno condiviso la nostra tristezza e la nostra sofferenza e sono rimasti in comunione spirituale con noi, durante gli ultimi drammatici eventi e i recenti incidenti a Dong Chiem. Fratel Anthony è tornato al Monastero di Thai Ha e sta meglio. Certo ha ancora ferite, lividi, mal di testa, stanchezza, ma è in via di guarigione. Ringrazia quanti gli hanno mostrato sostegno e solidarietà.

Dopo gli episodi di Dong Chiem ha avuto qualche contatto con le autorità? Sa se vi è in corso un’indagine e la volontà di punire i responsabili delle violenze?

Non ho avuto alcun contatto con il governo e, per quanto ne so, non vi sono in corso indagini, né abbiamo ricevuto spiegazioni, scuse o un risarcimento. Anzi: il giornale “New Hanoi” ci ha accusato di essere “istigatori di disordini”. Non siamo sorpresi: anche in precedenti episodi (per la Nunziatura di Hanoi, a Tha Ha, a Loan Ly e in altri casi) il governo ha creato un movimento di manifestanti definiti dai media ufficiali “organizzazioni spontanee di massa”. E’ un movimento ben organizzato e anche aggressivo, che agisce sotto la protezione della polizia. Sono gruppi pilotati che a volte causano ferite mortali alle vittime designate. Il tutto nell’assoluta impunità. Temo che, con tali mezzi, si vogliano creare pretesti per colpire l’Arcivescovo di Hanoi e noi Redentoristi.

Vi sono speranze di far migliorare le relazioni fra Chiesa e governo?

Lo speriamo tanto. Chiediamo che il governo rispetti i principi di giustizia sociale e i diritti umani. Crediamo nella Verità, nel potere della preghiera e nella Divina Provvidenza. Crediamo nella comunione e nella pace fra tutti gli esseri umani e tutti i popoli. Crediamo in Gesù Cristo, il Signore della Storia, che posa la sua mano provvidenziale sulla nostra storia.
(Agenzia Fides 30/1/2010 righe 28 parole 289)


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