AFRICA/NIGERIA - Incontro tra il Presidente nigeriano e il leader dei ribelli; il governo disposto a versare il 10% delle rendite petrolifere alla regione: verso la fine della guerra nel Delta del Niger?

martedì, 20 ottobre 2009

Abuja (Agenzia Fides)- Il Presidente della Nigeria, Umaru Yar'Adua, ha ricevuto nella residenza presidenziale, Henry Okah, il leader del Movimento per l'emancipazione del Delta del Niger (MEND), per discutere il proseguimento del processo di pace.
Okah è giunto nella capitale nigeriana, Abuja, sul jet presidenziale dal Sudafrica, dove si trovava per una serie di esami medici.
Non è chiaro se l’incontro sia stato convocato d'urgenza in risposta alla minaccia di una riprese dalle ostilità da parte del MEND. Un consigliere presidenziale ha dichiarato alla stampa che “Okah ha avuto una discussione molto proficua con il Presidente. Il governo federale ha accettato di dialogare con qualsiasi persona possa contribuire a ottenere una pace duratura per il Delta del Niger”.
Nel luglio 2009, il governo ha offerto un’amnistia ai membri del MEND che depongono le armi. In risposta il MEND aveva proclamato una tregua di 90 giorni e aveva avviato dei colloqui con il governo federale del Presidente Yar'Adua. Era stata inoltre istituita una commissione di mediazione con la partecipazione del Premio Nobel per la letteratura Wole Soyinka. Di recente, alcuni esponenti del MEND avevano minacciato la ripresa delle ostilità, respingendo l’amnistia, perché a loro dire, essa non soddisfa le reali questioni sollevate del sottosviluppo e dell’ingiustizia subite dagli abitanti della regione. Secondo il governo, circa 8000 ribelli di diversi gruppi che operano nel Delta del Niger hanno accettato di deporre le armi.
Il Delta del Niger è la principale area petrolifera del Paese. I suoi abitanti lamentano di non ottenere alcun beneficio dalla rendita petrolifera. Secondo il “Financial Times” il governo nigeriano ha deciso di trasferire il 10% dei profitti del petrolio alla regione, per placare gli abitanti e mettere fine alla ribellione. (L.M) (Agenzia Fides 20/10/200)


Condividi: