EUROPA/ITALIA - “Raccontare un’altra Africa non è solo possibile, è necessario”: la Conferenza stampa di Medici con l’Africa-Cuamm con alcuni padri sinodali

giovedì, 15 ottobre 2009

Roma (Agenzia Fides) – Parafrasando il titolo della Conferenza stampa promossa dalla Ong Medici con l’Africa-Cuamm, tenutasi ieri a Roma, alcuni Vescovi di Angola, Etiopia, Mozambico, Tanzania e Uganda intervenuti, che stanno partecipando ai lavori del Sinodo per l’Africa, hanno aggiunto che “raccontare un’altra Africa non è solo possibile, è necessario.”
Alla presenza di Mons. Giovanni Battista Gandolfo, presidente del Comitato per gli interventi caritativi a favore del Terzo Mondo, di Elisabetta Belloni direttore Generale della Cooperazione allo Sviluppo del Ministero Affari Esteri e di Guido Bertolaso capo del Dipartimento della Protezione Civile, l’incontro ha affrontato le tematiche della riconciliazione, della giustizia e della pace nella loro connessione con la promozione e la tutela del diritto alla salute per tutti, specialmente per i più poveri.
Tra i relatori, Mons. Damião António Franklin, Arcivescovo di Luanda (Angola), Segretario Speciale del Sinodo e Presidente della Conferenza Episcopale Angolana, ha insistito sulla necessità di formare leader coscienziosi per aiutare i fratelli africani a camminare da soli. “I problemi sono molti – ha detto -, il diritto alla salute è quello più disatteso. Crediamo profondamente che il vostro coinvolgimento possa avviare processi reali di sviluppo, investendo soprattutto nella formazione del personale locale”.
Mons. Abuna Berhaneyesus Souraphiel, Arcivescovo di Addis Abeba (Etiopia) e Presidente della Conferenza Episcopale Etiope, ha sottolineato il grande impegno della Chiesa nelle strutture sanitarie in Africa e ha citato l’esempio dell’ospedale di Wolisso, il primo della Conferenza Episcopale, fortemente voluto e finalmente ottenuto dopo 30 anni. Il paese, che registra più di 80 milioni di abitanti, ha riferito Mons. Souraphiel, è flagellato anche dalla mancanza di acqua potabile, prima causa di mortalità infantile. Oltre all’ospedale di Wolisso, in Etiopia ci sono 4 ospedali ed oltre 60 centri sanitari.
E’ stata poi la volta dell’Arcivescovo di Beira, Mozambico, Mons. Jaime Gonçalves, che ha parlato dell’Università di Beira, che a dicembre festeggerà la laurea di 30 nuovi medici, e dell’inaugurazione del Centro Sao Lukas, che a maggio potrà ricevere i primi ammalati. Mons Giuseppe Franzelli, Vescovo di Lira, in Uganda, si è detto “testimone diretto della cooperazione italiana dal 1971. Da allora ho visto l’evoluzione degli interventi, dapprima limatati alle emergenze. Significativo il fatto che il Cuamm – ha detto il Vescovo - prima fosse lì a dirigere gli ospedali, mentre ora è in Uganda per dare sostegno alle strutture”.
Mons. Matthias Ssekamanya, Vescovo di Lugazi e Presidente della Conferenza Episcopale Ugandese ha insistito sulla urgente e continua necessità di aiuti alle popolazioni africane; mentre Mons. Alfred Leonhard Maluma, Vescovo di Njombe, Tanzania, ha fatto riferimento all’ospedale di Lugarawa che si trova in una zona molto rurale proprio per aiutare i più poveri e bisognosi. Nel suo intervento ha evidenziato la necessità di intervenire laddove c’è gente che soffre ponendosi la domanda: “Cosa devo fare se uno sta male?” Mons. Emilio Sumbelelo, Vescovo di Uige, Angola, ha parlato poi di un centro per l’assistenza materno-infantile che si sta cercando di costruire nella diocesi di Uige. “La questione non è ‘aiuti sì o aiuti no’. La vera questione è aiutare bene, non solo con il cuore ma con l’intelligenza e l’esperienza” ha dichiarato Pietro Veronese che ha coordinato l’incontro. Da parte di tutti è venuto un ringraziamento al Cuamm per il grande impegno a favore delle popolazioni africane. (AP) (15/10/2009 Agenzia Fides; Righe:43; Parole:558)


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