ASIA - “I seminaristi, testimoni del dialogo e della pace nelle società musulmane”: le esperienze dell’Indonesia e del Bangladesh al Corso per Direttori Spirituali organizzato dal CIAM

martedì, 2 dicembre 2008

Città del Vaticano (Agenzia Fides) – “La formazione e la direzione spirituale dei seminaristi, in una nazione e in un ambiente a larga maggioranza islamica come l’Indonesia, è un compito delicato. Ma riusciamo a vivere in armonia con la società che ci circonda”: lo racconta all’Agenzia Fides p. Hubertus Leteng, Vicerettore e Direttore spirituale del Seminario interdiocesano di Maumere, sull’isola di Flores (Indonesia). P. Hubertus ha partecipato al Corso per Direttori Spirituali organizzato di recente in Vaticano dal CIAM (Centro Internazionale di Animazione Missionaria), a cui hanno preso parte circa 20 sacerdoti provenienti dai paesi di missione, per approfondire temi e problemi della direzione spirituale e della formazione dei seminaristi.
Il Seminario interdiocesano di Maumere accoglie seminaristi di 5 diocesi ed è uno dei più grandi dell’Indonesia. A frequentare i corsi di teologia, filosofia, spiritualità e pastorale sono oltre duemila seminaristi. “Seguiamo con attenzione il loro sviluppo umano e spirituale, curandone la formazione intellettuale, spirituale e pastorale, in preparazione al sacerdozio”, racconta a Fides p. Hubert.
“Fra le difficoltà che incontriamo, vi sono una diffusa mentalità edonistica e consumistica presente nei giovani, l’influenza (che può essere negativa) delle nuove tecnologie, la pretesa del ‘tutto e subito’, la mancanza di uno spirito di sacrificio e di disciplina. Sappiamo che il lavoro di direzione spirituale è molto importante e delicato, come ci ha confermato il Corso organizzato dal CIAM. E’ stata un esperienza utile per migliorare i nostri programmi di formazione, e che mi ha suggerito molte idee”.
Sulle relazioni con l’ambiente musulmano circostante, p. Hubert afferma che “non abbiamo alcuna difficoltà e nessun conflitto. Se a volte vi sono problemi, sono incidenti rari e isolati. Viviamo in armonia con il territorio e con le persone di altre religioni. A livello dei leader si parla di dialogo interreligioso, al nostro livello di base viviamo la prossimità, la vicinanza e la condivisione, il cosiddetto dialogo di vita”.
L’animazione missionaria dei seminaristi avviene nel corso della formazione ma anche a livello pastorale, in particolare per la Giornata Missionaria Mondiale, quando i seminaristi sono chiamati a “portare la loro testimonianza di vita”.
Un ostacolo reale resta quello delle comunicazioni: “Il nostro lavoro potrebbe migliorare molto se avessimo linee telefoniche: per questo chiediamo alla Chiesa di aiutarci!” conclude il sacerdote indonesiano.
Simile esperienza di vita in un ambiente a larga maggioranza islamica si vive nel Seminario Maggiore di Dacca, capitale del Bangladesh, frequentato da 64 seminaristi diocesani e circa 200 studenti. P.Gabriel Corraya, che ne è il Rettore e il Direttore Spirituale, racconta a Fides: “A volte avvertiamo la difficoltà di essere un piccola minoranza di credenti in Cristo in un paese islamico, ma non sempre. Abbiamo anche positive esperienze di dialogo e di condivisione con i musulmani”.
Commentando i giorni trascorsi al CIAM, p. Gabriel nota che “questo Corso è stato molto importante per la nostra formazione, per chiarire i nostri dubbi ed esprimere le nostre difficoltà, soprattutto nella condivisione delle esperienze di gruppo”.
Nella situazione bengalese, “occorrono più formatori nella Chiesa e sempre meglio qualificati. Molto importante è trascorrere tempo con i seminaristi, per guidarli in ogni momento”. “Una sfida fondamentale per noi è l’istruzione”, continua. “La maggior parte dei ragazzi e dei bambini è analfabeta. Per questo portiamo i nostri seminaristi a impegnarsi nell’istruzione, nel dialogo con i musulmani e nella carità. Inoltre programmi di evangelizzazione sono possibili in nuove aree tribali, presso i non musulmani: tanto che il 50% dei nostri seminaristi vengono da aree tribali”. (PA) (Agenzia Fides 2/12/2008 righe 34 parole 345)


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