EUROPA/ITALIA - Salvaguardare sempre il valore della vita umana, anche la vita di chi ha sbagliato e ucciso

giovedì, 2 ottobre 2008

Roma (Agenzia Fides) - Il III Congresso Internazionale “No justice without life”, promosso dalla Comunità di Sant'Egidio sul tema: "Dalla moratoria all'abolizione della pena capitale", e celebrato il 29 settembre a Roma, giunge dopo due ‘colloqui’ (nel 2005 e 2007), nei quali furono gettate le basi per un intervento comune a favore dell’abolizione della pena di morte. Questo terzo convegno è stato illuminato dall’approvazione della Moratoria Universale e ricco di interventi e testimonianze, moderate da Mario Marazziti della Comunità di Sant’Egidio.
Il saluto del Card. Renato Raffaele Martino, Presidente del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, ha richiamato l’attenzione della Chiesa nel salvaguardare il valore della vita umana, anche la vita di chi ha sbagliato e ucciso. “Anche la pena non può che essere redentivi” ha affermato il Cardinale, ricordando, poi, il plauso del Pontefice Benedetto XVI all’approvazione della moratoria, punto di partenza per un dibattito sul valore sacro della vita. Concetti ribaditi e sottolineati, nel suo intervento, anche da Sua Ecc. Mons. Agostino Marchetto, Segretario del Pontificio Consiglio per i Migranti e gli Itineranti, il quale, dopo venti anni in Africa, si è reso conto di quanto siano cresciuti, in quel continente, i paesi abolizionisti, e di quanti, ormai, applichino di fatto la moratoria. La Chiesa difende la sacralità della vita, come valore universale, e i cristiani devono credere “nella forza e nella grazia del pentimento, che trasforma il cuore e la vita”, ha aggiunto l’Arcivescovo.
Importanti poi le testimonianze di alcuni paesi che si stanno di recente affacciando al problema dell’abolizione della pena capitale. Josè Luis Soberanes Fernandes, Presidente della Commissione Nazionale dei Diritti umani del Messico, ha raccontato come, a partire dalla consapevolezza della vita come diritto fondamentale, il suo paese, con un iter non semplice, abbia eliminato la pena di morte nel 2005, sponsorizzando, poi, e votando a favore della moratoria presso l’ONU. Un tema ancora caldo, in Messico, a causa delle enormi ondate di violenza legate al narcotraffico. È esperienza del Messico, però, che la pena di morte non riduce la criminalità (l’ultima esecuzione è del 1961) e che la giustizia non si può imporre attraverso un omicidio istituzionalizzato, com’è la pena capitale.
Nelle Filippine, prima del 1972, la pena di morte era frequente, come racconta durante il Congresso Erin Tanada III, Presidente della Commissione dei Diritti umani. Fu abolita nel 1987 e poi reintrodotta nel 1994; la prima esecuzione fu nel 1999, e fino al 2000 furono giustiziate sette persone. Questi eventi crearono una profonda riflessione e un lavoro delle istituzioni delle Filippine, mosse anche da intenti di carattere religioso, oltre che dalle pressioni dell’Unione Europea e delle Organizzazioni per i diritti umani, che portò all’abolizione della pena capitale nel 2006. La Comunità di Sant’Egidio, nel marzo 2007, è stata fautrice di una missione, volta ad approfondire il tema della pena di morte e a richiedere la partecipazione del Kazakhstan alla firma della Moratoria. Il Kazakhstan ha risposto aderendo alla moratoria proposta dall’Italia all’ONU, e impegnandosi a trovare una legislazione indirizzata alla totale abolizione della pena capitale. (P.C.) (Agenzia Fides 2/10/2008)


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