AFRICA/ANGOLA - L'Angola vara un piano per aumentare la produzione petrolifera mentre la Nigeria sconta l'azione della guerriglia nel delta del Niger

giovedì, 3 luglio 2008

Luanda (Agenzia Fides)- Mentre il prezzo del greggio vola ad oltre 145 dollari al barile, l'Angola annuncia un piano per aumentare la propria produzione petrolifera nei prossimi 5 anni. "Investiremo 100 miliardi di dollari in 5 anni" ha affermato Manuel Vincente, Presidente della Compagnia petrolifera nazionale, Senagol, al XIX Congresso Mondiale sul petrolio in corso a Madrid. Vincente ha anche annunciato che nei prossimi 10 anni verranno scavati ulteriori 100 pozzi di petrolio per compensare quelli più vecchi che sono in via di esaurimento.
L'Angola, con 1,9 milioni di barili al giorno, è il primo produttore petrolifero africano davanti alla Nigeria, e con i nuovi investimenti si aggiungeranno altri 100mila barili al giorno, portando la produzione giornaliera a 2 milioni.
L'Angola si è inoltre impegnata a proporsi come ago della bilancia tra l'OPEC (l'organizzazione dei Paesi produttori di petrolio) e i Paesi acquirenti. Il Ministro angolano del petrolio ha infatti dichiarato che "l'Angola continuerà a sostenere ogni sforzo per stabilizzare i prezzi del greggio, bilanciando il suo impegno con l'OPEC".
Il sorpasso dell'Angola sulla Nigeria come primo produttore di petrolio è dovuto a motivi di carattere politico. La situazione angolana si è stabilizzata dopo la conclusione della ventennale guerra civile nel 2002. La Nigeria invece sconta l'instabilità nella regione del delta del Niger dove sono concentrate la maggior parte delle sue riserve di petrolio. Secondo gli esperti, la Nigeria ha un potenziale di produzione petrolifera superiore a quello dell'Angola, ma fino a quando non si avranno condizioni più stabili le compagnie petrolifere internazionali non effettueranno i massicci investimenti necessari per sfruttare le riserve ancora non toccate.
La maggior parte del potenziale petrolifero non sfruttato sia dell'Angola sia della Nigeria si trova infatti in giacimenti off-shore profondi, spesso in alto mare, che necessitano di costose attrezzature per essere raggiunti e sfruttati. Il recente attacco dei guerriglieri del MEND (Movimento per l'Emancipazione del Delta del Niger) ad una installazione petrolifera a più di 120 chilometri dalla costa nigeriana, ha creato allarme tra gli operatori perché ha dimostrato che nemmeno le piattaforme più lontane dalla costa sono al sicuro dalle incursioni della guerriglia e dei criminali comuni. Si calcola che la Nigeria perda 84 milioni di dollari al giorno a causa dei mancati introiti petroliferi provocati dalle attività della guerriglia. Il rallentamento della produzione nigeriana crea inoltre forti tensioni sui mercati speculativi del greggio contribuendo a innalzarne il prezzo.
Le attività del MEND si sono intensificate da quando un suo alto esponente, Henry Okah, è stato estradato dall'Angola in Nigeria. (L.M.) (Agenzia Fides 3/7/2008 righe 32 parole 427)


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