AMERICA/ECUADOR - Più di seicentomila firme a sostegno degli apporti al testo costituzionale proposti dalla Conferenza Episcopale

giovedì, 15 maggio 2008

Quito (Agenzia Fides) - Mons. Antonio Arregui, Arcivescovo di Guayaquil e Presidente della Conferenza Episcopale Ecuadoriana, accompagnato da altre autorità della Chiesa e rappresentanti di varie realtà, ha consegnato ieri, 14 maggio, al Presidente dell'Assemblea Costituente, più di seicentomila firme di ecuadoriani che appoggiano gli apporti al testo costituzionale realizzati dalla Conferenza Episcopale Ecuadoriana.
Mons. Arregui ha dato lettura della lettera all'economista Acosta, nella quale reitera la domanda degli ecuadoriani di "riconoscere il diritto alla vita dal concepimento fino alla morte naturale; riconoscere e proteggere la famiglia formata da uomo e donna; garantire in modo speciale i diritti delle famiglie nell'educazione dei figli e alle proprie convinzioni".
Nello stesso tempo in cui chiedono "di non fare ingiuste discriminazioni verso le persone omosessuali che devono avere lo stesso trattamento giuridico che il resto dei cittadini", segnalano anche “l'inconvenienza di offrire una legge speciale per le unioni tra persone omosessuali le cui situazioni giuridiche di interesse mutuo hanno già la difesa del diritto comune"
Alle firme presentate, esattamente 636.417, si continuano a sommare altre di ecuadoriani che appoggiano la domanda della Conferenza Episcopale, firme che sono stati raccolte in tutto il paese in una cornice di totale libertà e cosciente adesione. I firmatari sono "cittadini comuni". Si tratta piuttosto di una "manifestazione originata dalla luce della fede cristiana, dalla scienza e dalla retta ragione, in continuità con le radici di un patrimonio culturale che ha forgiato la nazione ecuadoriana e la spinge verso una crescente validità della dignità umana nella nostra società".
Nella lettera si manifesta anche la preoccupazione per "alcune voci che si sono alzate contro la menzione del nome di Dio nel preambolo, in quanto tale menzione è pienamente compatibile con una sana laicità dello Stato. Laicità non è ateismo."
Alcune disposizioni, promosse recentemente, "intendono garantire il diritto a cambiare sesso che è impossibile da raggiungere per i limiti umani… e la potestà di avere figli quando si vuole, come se si trattasse di una semplice acquisizione e non di un regalo di Dio attraverso l'amore responsabile dei genitori". Ugualmente ha chiesto di rivedere la dichiarata inviolabilità della vita, "nella quale non si indica quando incomincia e finisce la vita umana". "Questo, come l'indeterminazione del momento in cui si voglia avere o non avere un figlio, lascia aperta l'inammissibile possibilità legale di fallire". Ha sottolineato inoltre "l'incorporazione di vocaboli più ideologici che giuridici, come l'omofobia che semina insicurezza giuridica." La lettera chiede infine di studiare meglio queste proposte in via di approvazione, “per non ferire le convinzioni e la sensibilità delle centinaia di migliaia di firmatari". (RG) (Agenzia Fides 15/5/2008)


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