ASIA/NEPAL - Elezioni in Nepal, per una nuova fase nella storia del paese

giovedì, 10 aprile 2008

Kathmandu (Agenzia Fides) - Un appello perché le elezioni di oggi, 10 aprile, siano prive di violenza, intimidazioni, minacce, nella speranza che portino a un rinnovato clima di rispetto per i diritti umani nel paese: è quanto chiede l’organizzazione “Christian Solidarity Worldwide” (CSW) nel giorno in cui 17 milioni di elettori nepalesi si recano alle urne per un voto che potrebbero dare una svolta alla storia del paese. Le votazioni servono a eleggere un’assemblea costituente che avrà come scopo principale di redigere una nuova Costituzione e instaurare la repubblica, ponendo fine a una secolare monarchia ereditaria, rappresentata da re Gyanendra, la cui famiglia è ai vertici del potere dal 1760.
Il Nepal, con queste elezioni, ha anche la grande opportunità di uscire dal tunnel di una guerra civile lunga oltre 10 anni, combattuta per la presenza di gruppi ribelli maoisti in alcune aree del paese. E’ un conflitto che ha insanguinato il paese, reso insicura la vita dei cittadini, ridotto il turismo, danneggiato l’economia e lo sviluppo.
Sebbene la vigilia delle elezioni sia stata caratterizzata da numerosi episodi di violenza, con diversi morti e feriti, “gli incidenti occorsi non devono scoraggiare e non devono oscurare lo sforzo democratico che in corso in Nepal” ha affermato K.B. Rokaya, Commissario per i Diritti umani del Nepal e Segretario Generale della Consiglio Nazionale delle Chiese cristiane nel paese.
“Il Nepal - afferma CSW - ha imboccato il sentiero della democrazia. I ritardi che si sono registrati in questo cammino hanno portato molti osservatori a nutrire dubbi sull’esito felice del processo di pace, ma ora è essenziale che il paese prosegua su questa strada, abbandonando la violenza e credendo in un futuro migliore”. L’organizzazione propone a tutte le parti sociali un “codice di condotta”, che rispetti principi di dialogo, tolleranza, pluralismo, riconoscimento reciproco e pace, capaci di disinnescare ogni conflitto. “La nostra speranza è che queste elezioni conducano a un Nepal rinnovato, rafforzato nella democrazia, a un paese in cui i diritti umani di ogni persona siano tutelati, senza discriminazioni di casta, religione, etnia o genere”.
In Nepal negli ultimi dieci anni i guerriglieri maoisti hanno combattuto una lunga e sanguinosa guerra civile contro il potere “feudale” della monarchia, aiutati dalle condizioni di estrema povertà della popolazione, che hanno spinto migliaia di giovani ad arruolarsi nelle file della guerriglia. Nel 2005 il re Gyanendra decise di instaurare lo stato di emergenza assumendo pieni poteri. La reazione fu una grande sommossa di popolo che investì l’intero paese. I principali partiti finirono per stipulare un accordo con i ribelli per una piattaforma politica comune. L’intesa è stata siglata e i guerriglieri hanno abbandonato la lotta armata, formando un partito politico che oggi punta a diventare la prima formazione politica del paese. Oggi il paese decide sulla vita della monarchia, uno degli argomenti che la nuova Assemblea costituente dovrà affrontare. (PA) (Agenzia Fides 10/4/2008 righe 28 parole 289)


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