AFRICA/KENYA - L’esercito scende in campo contro la milizia del Mount Elgon

martedì, 11 marzo 2008

Nairobi (Agenzia Fides)- “Il problema nell’area del Mount Elgon è una vecchia spina nel fianco che da tempo andava risolta e non ha una diretta implicazione con la crisi degli ultimi due mesi” dice all’Agenzia Fides una fonte della Chiesa locale dal Kenya, dove l’esercito ha sferrato un’offensiva contro le milizie presenti nella zona del Mount Elgon, nell’ovest del Paese.
“All’origine del problema vi è una spaccatura all’interno della stessa tribù su una questione fondiaria, relativa alla ripartizione dei terreni nell’area, decisa dal governo nell’agosto 2006” spiega la nostra fonte. Nell’area vivono gli agricoltori Soy e Ogiek, entrambi appartenenti al gruppo etnico dei Sabaot. Sentendosi discriminati dal programma di distribuzione delle terre alcuni giovani Soy diedero vita alla Sabaot Land Defence Force (SLDF) che dal dicembre 2006 ha iniziato ad attaccare gli agricoltori Ogiek. Questi ultimi hanno creato a loro volta delle milizie per difendersi e condurre delle rappresaglie. “Si calcola che oltre alla SLDF nella zona vi sono altre due o tre milizie” afferma la fonte di Fides. Dal 2006 ad oggi le azioni dei gruppi armati hanno provocato le morte di centinaia di persone e costretto alla fuga circa 66mila abitanti della zona.
“La crisi politica scoppiata a fine dicembre ha rafforzato l’SLDF, perché le forze dell’ordine erano state costrette ad allentare la pressione sul Mount Elgon per affrontare gli scontri in altre aree del Kenya” afferma la fonte di Fides. “Il problema dell’SLDF è quindi più antico rispetto alla crisi politica che ha vissuto il Kenya negli ultimi due mesi, anche se vi sono alcuni indizi che l’SLDF sia stato sostenuto dal partito dell’opposizione di Odinga, che in questo modo poteva contare su una milizia organizzata che faceva da contrappeso ai Mungiki vicini al Presidente. Secondo notizie ancora frammentarie, inoltre, l’SLDF avrebbe avuto contatti con la guerriglia ugandese, il Lord’s Resistence Army (LRA) dal quale avrebbe copiato alcuni metodi operativi”.
A differenza di Mungiki, un gruppo criminale che opera in ambito urbano, l’SLDF si è strutturata come una milizia armata che agisce in ambiente rurale. Il fatto che questa formazione sia diversa da tutte le altre presenti in Kenya è confermato dall’intervento dell’esercito keniano, che si era invece astenuto dall’agire per riportare l’ordine durante le fasi più acute della recente crisi. I militari hanno imposto il coprifuoco nell’area e impiegano elicotteri da combattimento per dare la caccia ai membri dell’SLDF. L’operazione ha suscitato polemiche perché l’aviazione avrebbe bombardato aree abitate da civili.
“È ancora presto per stabilire la portata dell’operazione e le sue conseguenze politiche. Si è voluto agire così forse perché si avvertiva che la situazione nell’area rischiava di sfuggire di mano” commenta la nostra fonte che ricorda che “in diverse zone del Kenya vi sono conflitti irrisolti: per la proprietà della terra e per le dispute tra pastori e agricoltori per il controllo dell’acqua e delle aree fertili. Queste tensioni sono state spesso manipolate a fini politici, anche nella recente crisi. Occorre risolverli se si vuole che il Kenya ritrovi la stabilità”.
Sul piano politico continua il dibattito parlamentare per l’applicazione dell’accordo di condivisione dei poteri tra il Presidente Kibaki e il leader dell’opposizione, Odinga. (L.M.) (Agenzia Fides 11/3/2008 righe 40 parole 532)


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