AMERICA/ECUADOR - Piano di emergenza di Caritas Ecuador per far fronte alle necessità di 5.000 famiglie: c’è il pericolo di malattie gastrointestinali ed endemiche

venerdì, 29 febbraio 2008

Quito (Agenzia Fides) - Caritas Ecuador, oltre a proseguire con la distribuzione di aiuti umanitari agli sfollati delle province di Los Ríos e Manabí - dove, in collaborazione con la Conferenza Episcopale Ecuadoriana, sta consegnando razioni alimentari, medicine, acqua, zanzariere e beni per l’igiene -, lancerà nelle prossime ore un piano di emergenza per far fronte ai bisogni urgenti di 5.000 famiglie. Questa operazione ha come obiettivo garantire la somministrazione di alimenti, acqua potabile e materiali di base per la riparazione delle abitazioni e l’attenzione medica attraverso i centri e le unità di salute delle Diocesi delle zone inondate.
Il piano operativo è realizzato in collaborazione con i dipartimenti di Pastorale Sociale delle aree di Machala, Babahoyo, Portoviejo e Azogues, e con gli organismi locali di Protezione Civile. Oltre a prestare aiuto ai disastrati, Caritas Ecuador sta valutando l’entità dei danni per stabilire le necessità più urgenti di questa prima fase dell’emergenza, i cui effetti hanno colpito la quarta parte della superficie del Paese ed un numero approssimativo di 315.000 famiglie. Le perdite della produzione agricola sono ingenti e si stimano in 200 milioni di dollari.
Negli ultimi giorni, 88 medici della provincia di Pichincha, di Quito, che ha sofferto danni minori per le piogge, si sono recati nelle province del litorale per dare una mano nei centri sanitari di quella zona che è risultata la più colpita. Le malattie gastrointestinali sono cresciute lungo la costa, dove gli ospedali sono saturi di pazienti, e si teme che, con il ritiro delle acque, possa aumentare la presenza di zanzare e la trasmissione di malattie endemiche come la dengue e la malaria. In effetti, le ultime notizie trasmesse da Caritas Ecuador confermano che si sono registrati già 600 casi di dengue e numerose persone sono state colpite da eruzioni cutanee. A tutto ciò si aggiungono le serie difficoltà logistiche, dato che le strade sono inondate o impraticabili per le frane.
Secondo il Ministero della Sicurezza Interna ed Estera, si stima che saranno necessari più di mille milioni di dollari per far riprendere il Paese dalle conseguenze di queste inondazioni che vanno avanti dal mese di gennaio. Intanto le previsioni non sono positive: l’Istituto Nazionale di Meteorologia ed Idrologia (Inamhi) ha annunciato che le piogge cadranno fino a maggio e ha segnalato che il terreno è saturo di acqua, quindi la situazione potrebbe ulteriormente aggravarsi.
Oltre ai danni per le inondazioni, l’Ecuador deve anche far fronte all’emergenza causata dall’eruzione del vulcano Tungurahua, nel centro andino del Paese, che ha registrato i suoi momenti più intensi tra la metà di gennaio e la metà di febbraio, e che ha danneggiato circa 2mila persone. (RG) (Agenzia Fides 29/2/2008; righe 31, parole 445)


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