AFRICA/KENYA - “Spero che i nostri due leader continuino sulla strada del dialogo mettendo al primo posto il bene comune e le necessità reali del popolo del Kenya” dice a Fides il Cardinale Njue

sabato, 16 febbraio 2008

Nairobi (Agenzia Fides)- “È in passo nella giusta direzione, e una dimostrazione che la via del dialogo è l’unica percorribile per riportare la pace in Kenya”. Cosi il Cardinale John Njue, Arcivescovo di Nairobi e Presidente della Conferenza Episcopale del Kenya, commenta in una dichiarazione rilasciata all’Agenzia Fides le affermazioni del mediatore internazionale per la crisi keniana, Kofi Annan, sul raggiungimento di una prima intesa tra il Presidente Kibaki e il capo dell’opposizione Odinga. Il 15 febbraio Annan ha annunciato che è stato definito un programma in di riforme per un nuovo governo, aggiungendo però che le due parti si devono ancora accordare sulle sue modalità di attuazione. Il Cardinale Njue è cosciente che occorre ancora tempo per raggiungere un accordo definitivo ed esorta i politici a proseguire lungo il cammino tracciato. “Spero che i nostri due leader continuino sulla strada del dialogo mettendo al primo posto il bene comune e le necessità reali del popolo del Kenya. La via del dialogo che è stata aperta non deve chiudersi” ha ammonito il Cardinale. Domenica 17 febbraio nelle parrocchie di Nairobi, verrà letto una Lettera Pastorale del Cardinale Njue. “Nel mio messaggio indico proprio la necessità di accettarsi gli uni con gli altri, seguendo la via dell’amore per ritrovare la pace attraverso la riconciliazione. Chiedo inoltre a tutti di aiutare le persone in difficoltà a causa delle violenze delle scorse settimane” spiega il Cardinale Njue, che si trova a Roma per la presa di possesso del suo titolo cardinalizio.
Una cauta speranza dunque, incoraggiata pure dalla determinazione di Kofi Annan nel perseguire la sua missione di mediazione fino ad ottenere un accordo definitivo. “Siamo in mezzo al guado e l’ultima tappa, per quanto difficile e spaventosa, verrà superata. Non lascerò il Paese finché non sarà trovata una soluzione” ha dichiarato Annan.
L’accordo annunciato da Annan verte su tre punti centrali, accettati in linea di principio, ma sulla cui attuazione occorre mediare per conciliare le posizioni divergenti del Presidente e dell’opposizione. Al primo punto vi è il governo di unità nazionale; le divergenze vertono su quanto potere attribuire all’opposizione. Il secondo punto riguarda la riforma della Costituzione, con la creazione del ruolo del Premier in modo da bilanciare l’ampio potere concesso dall’attuale Costituzione del Capo dello Stato. Il partito del Presidente è favorevole ma vuole che la nuova Carta costituzionale entri in vigore nel 2012. Al terzo punto vi è la rinuncia dell'opposizione di tornare a votare a breve termine, a patto di indire nuove elezioni entro 2-3 anni: il governo vuole invece il rispetto dell’ordinario calendario elettorale. (L.M.) (Agenzia Fides 16/2/2008 righe 30 parole 434)


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