AFRICA/SUDAFRICA - Verso i Mondiali di calcio del 2010: gli interrogativi di un missionario

sabato, 9 febbraio 2008

Johannesburg (Agenzia Fides)- I recenti black out elettrici che continuano a colpire il Sudafrica hanno suscitato l’attenzione della stampa mondiale in relazione ai Campionati Mondiali di calcio che si disputeranno nel Paese nel 2010. “Il Sudafrica sarà pronto per l’appuntamento?” si chiedono i commentatori della testate sportiva e non. Ma vorremmo andare oltre alla questione se si potrà disputare o meno una partita di calcio “in notturna”.
“I black out sono certamente un problema attuale del Paese” dice all’Agenzia Fides p. John, un missionario comboniano di origine americana da Johannesburg. “Ma si dovrebbe parlare di tanti altri problemi irrisolti che colpiscono la popolazione locale. In primo luogo la disoccupazione che affligge il 40% della forza lavoro”. Una questione cruciale per un Paese che ha visto crescere il proprio Prodotto Interno Lordo senza che la ricchezza prodotta si traduca in un miglioramento delle condizioni di vita della maggior parte della popolazione, specie i più poveri che rimangono privi di servizi essenziali. “Prendiamo ad esempio la questione dell’energia elettrica” dice il missionario. “Le cause delle continue interruzioni dell’erogazione dell’elettricità sono molteplici. Vi sono cause ideologiche, di cattiva gestione e pianificazione. Si è voluto garantire l’elettricità a tutti ma senza espandere la capacità produttiva. È vero sono stati stanziati fondi per la costruzione di nuove centrali elettriche ma sono andati dispersi, forse sono stati rubati. Per motivi ideologici, l’azienda elettrica ha mandato in pensione anticipata il personale di origine europea e indiana, con maggior esperienza, e sono stati assunti giovani africani inesperti, ecc… Ma chi ne fa le spese sono in primo luogo gli strati più poveri della popolazione, proprio coloro ai quali si voleva offrire per la prima volta dai tempi dell’apartheid questo servizio”.
Un altro problema nascosto del Sudafrica, e che si spera, la World Cap, contribuirà a portare alla luce, è la situazione degli immigrati illegali e dei rifugiati. “In Sudafrica vi sono immigrati e rifugiati che provengono da diverse parti dell’Africa” spiega p. John. “Ma la situazione più drammatica è quella degli zimbabwiani, arrivati in Sudafrica per sfuggire alla fame nel loro Paese, a causa dei disastri compiuti dal regime di Mugabe. Non si sa quanti sono, forse 3 o addirittura 4 milioni. Sono dei non cittadini perché incontrano difficoltà enormi nel farsi registrare come rifugiati, uno status che permette di risiedere legalmente nel Paese. Mi dispiace dirlo ma nei loro confronti si è creata un clima poco amichevole. I zimbabwiani sono fatti oggetto di epiteti sprezzanti e sono taglieggiati dalla criminalità e da rappresentanti della legge corrotti”. Di recente la polizia ha compiuto un raid in una chiesa metodista che accoglieva dei rifugiati dello Zimbabwe, suscitando le proteste anche della Chiesa cattolica (vedi Fides 4/2/2008).
Un altro problema che affligge il Sudafrica è la forte criminalità. “Il Sudafrica vanta il triste primato di essere uno dei Paesi al mondo con il più alto numero di omicidi, ben superiore a quello degli Stati Uniti. L’insicurezza è molto forte nelle grandi città, dove le rapine ai danni di automobilisti sono all’ordine del giorno. Anche in casa non si può stare tranquilli: la parrocchia dove opero è stata rapinata quattro volte nel giro di due mesi” conclude il missionario. (L.M.) (Agenzia Fides 9/2/2008 righe 38 parole 508)


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