AFRICA/KENYA - La crisi del Kenya ha gravi ripercussioni economiche anche sui Paesi vicini: inizia a scarseggiare il carburante importato attraverso il porto di Mombasa

mercoledì, 9 gennaio 2008

Roma (Agenzia Fides)- La crisi politica in Kenya sta avendo gravi conseguenze economiche anche sui Paesi limitrofi, che dipendono in larga misura dalle infrastrutture keniane per le loro esportazioni e importazioni, in particolare di carburanti.
I Paesi colpiti sono Uganda, Rwanda, Burundi, Sud Sudan e l’est della Repubblica Democratica del Congo. In Uganda si è già verificata un’impennata del prezzo della benzina, mentre il Ministro dell’Energia Simon D’Ujanga ha dichiarato che le riserve di carburanti sono sufficienti per soli 5 giorni. La mancanza di carburante inizia ad avvertirsi un po’ in tutto il Paese dove si sono formate lunghe code di automobili ai distributori di benzina. L’Uganda dispone dagli anni ’70 della riserva nazionale di Jinja dove sono conservati 10 milioni di litri di petrolio, nafta e cherosene. Secondo fonti della stampa locale però vi sarebbero soli 7 milioni di litri di nafta, mentre le riserve di petrolio sarebbero estremamente limitate. L’altra riserva strategica ugandese, quella di Nakasongola, è destinata invece all’uso esclusivo dei militari.
La maggior parte delle importazioni di petrolio della regione passano da un oleodotto che si estende da Mombasa ad Eldoret, nel Kenya occidentale, da dove viene caricato su camion per essere inviato in Uganda (che consuma 2,1 milioni di litri di carburante al giorno) e in Rwanda, Burundi, e nell’est della Repubblica Democratica del Congo, aree i cui consumi combinati sono la metà di quelli dell’Uganda.
In Rwanda il governo ha imposto un razionamento della distribuzione di combustibile. Le autorità hanno imposto dei limiti alla quantità di benzina che gli automobilisti possono acquistare ed hanno proibito la vendita e il trasporto di carburanti in taniche, per evitare incidenti e soprattutto limitare il mercato nero. Otto persone che vendevano senza autorizzazione della benzina sono state arrestate.
Il governo di Kigali è in contatto con le autorità del Kenya per organizzare il trasporto delle merci destinate al Rwanda che sono depositate nei magazzini dei porti keniani. Il 50% delle merci di consumo rwandesi passano per il Kenya, che dispone delle migliori infrastrutture portuali di tutta l’Africa orientale. Il Rwanda sta negoziando con la Tanzania la fornitura di 4 milioni di litri di carburante importato attraverso il porto di Dar es Salaam. Nell’annunciare il negoziato con le autorità tanzaniane, il Ministro del Commercio rwandese, Protais Mitali, ha affermato “non ci deve essere panico. Vi sono riserve adeguate di combustibile per far passare il Paese attraverso la crisi, abbiamo avviato contatti per la consegna di 4 milioni di litri di carburante. Altre consegne potranno continuare a secondo dell’evolversi della crisi in Kenya”. (L.M.) (Agenzia Fides 9/1/2008 righe 31 parole 425)


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