AFRICA/NIGERIA - Le tensioni della Nigeria, Paese chiave per gli equilibri del prezzo del petrolio

martedì, 20 novembre 2007

Lagos (Agenzia Fides)- La Nigeria, uno dei più importanti produttori di petrolio africani, è attraversata da nord a sud da tensioni che, occasionalmente, esplodono in violenze.
A sud, nella regione del Delta, dove sono concentrate le riserve nazionali di gas e petrolio, operano da alcuni anni i guerriglieri del MEND (Movimento di Emancipazione del Delta del Niger) che rivendicano una più equa distribuzione delle rendite petrolifere a favore delle popolazioni locali, che vedono il loro territorio inquinato dalle attività estrattive.
Il MEND si è specializzato nell’attaccare le piattaforme petrolifere delle multinazionali che operano nell’area, suscitando vasta eco internazionale, in un momento in cui, con le forti tensioni sui prezzi speculativi del greggio, basta la minaccia di interrompere, anche per poco tempo, l’estrazione di petrolio in uno dei produttori per farne salire il prezzo.
Nel maggio di quest’anno il MEND aveva proclamato una tregua unilaterale che è stata però revocata dopo che due suoi leader sono stati arrestati in Angola nel settembre scorso. Uno di questi è Henry Okah, accusato di essere un trafficante di armi a favore di una fazione del MEND. Nel corso del Vertice dell’OPEC (Organizzazione dei Paesi produttori di petrolio) di Riad, in Arabia Saudita, il Presidente angolano Eduardo Dos Santos ha annunciato al suo omologo nigeriano Umaru Yar'Adua, la prossima estradizione in Nigeria dei due uomini.
La crisi nel sud nigeriano rischia di estendersi alla vicina penisola di Bakassi dove una trentina di persone, delle quali una ventina erano soldati camerunesi, hanno perso la vita in un assalto (vedi Fides 14 e 15 novembre 2007), che è stato rivendicato dai Liberatori del popolo del sud Camerun con un comunicato nel quale si afferma che “finché la Francia e la Repubblica del Camerun non lasceranno la nostra patria, il sud Camerun, non ci fermeremo”. Anche a Bakassi vi sono importanti interessi petroliferi.
Nel Nord della Nigeria le tensioni derivano dalla lotta tra fazioni politiche locali che non esitano a ricorrere a manipolazioni del sentimento religioso e dei contrasti etnici. Nello Stato di Kano le elezioni locali del 18 novembre sono state contrassegnate da violenze che hanno provocato almeno 6 morti. Vi sono stati scontri tra i sostenitori dell’ All Nigerian People's Party (ANPP), il partito al potere nello Stato di Kano, e quelli del People's Democratic Party (PDP), che erano in strada per protestare contro presunti brogli elettorali.
Dal 1999, quando è stata ristabilita la democrazia dopo la fine del regime militare, in Nigeria sono morte 10mila persone in scontri politici. Nel nord della Nigeria è stata inoltre smantellata una cellula terroristica composta da persone provenienti da tre Stati settentrionali (Kano, Yobe e Borno): secondo le autorità locali si prestavano a compiere un attentato.
Per questi motivi la Nigeria è al centro dell’interesse di diverse potenze che guardano all’Africa sempre più come importante fornitore di petrolio. La creazione del Comando militare statunitense per l’Africa (AFRICOM) è un esempio significativo di questo interesse. La maggior parte dei Paesi africani, in primis Nigeria e Sudafrica, rifiutano di ospitare la sede di AFRICOM. Solo la Liberia ha dato la disponibilità di principio ad accoglierlo. (L.M.) (Agenzia Fides 28/11/2007 righe 37 parole 519)


Condividi: