AMERICA/CILE - La Chiesa cilena si unisce alla gioia per la beatificazione del giovane mapuche argentino-cileno Ceferino Namuncurá: “la sua vita ci entusiasma per il valore del rispetto delle persone e nell'atteggiamento di perdonare quelli che ci offendono"

venerdì, 9 novembre 2007

Santiago del Cile (Agenzia Fides) - In una Dichiarazione Pubblica del Presidente della Conferenza Episcopale Cilena divulgata in lingua mapudungun e castigliano, Mons. Alejandro Goic ha manifestato la gioia della Chiesa cilena per la prossima beatificazione del giovane mapuche argentino-cileno Ceferino Namuncurá, che avrà luogo domenica 11 novembre nella località di Chimpay (Río Negro, nella Patagonia Argentina).
Il Presidente della Conferenza Episcopale sottolinea come Ceferino "stimando ed assumendo pienamente la sua identità indigena, accettò quello che l’ ‘altro mondo’ gli offriva per la sua formazione umana e cristiana. Non poteva smettere di sentire, nel suo interno di giovane santo, un desiderio grande di essere tutto di Dio, discepolo missionario di Cristo in mezzo al suo popolo”.
Mons. Goic afferma che il popolo cileno si sente "molto vicino al cuore nobile e puro di questo giovane, per il sangue cileno che scorreva nelle sue vene e anche per la fede cattolica che aveva ricevuto e coltivato in Patagonia". Secondo il Vescovo, in Ceferino si offre "una bella sintesi poche volte vista: fedele alle sue abitudini ancestrali e fedele alla religione nella quale è stato battezzato".
"Ceferino è un riflesso fedele e un frutto dei valori dei nostri popoli originari che la Chiesa apprezza e promuove - continua il testo -, valori che non poche volte disprezziamo nella convivenza giornaliera. Pregiudizi e discriminazioni come quelli che egli affrontò nella sua epoca, continuano deplorevolmente a danneggiare oggi gli indigeni e le loro comunità, principalmente nei processi migratori interni". Perciò, in tempi di intolleranza e di poco dialogo, la vita di Ceferino "lontana dal risentimento, ci entusiasma per il valore del rispetto delle persone e per l'atteggiamento di perdonare quelli che ci offendono". (RG) (Agenzia Fides 9/11/2007; righe 21, parole 285)


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