AMERICA/CILE - Prosegue il confronto nella società cilena: i Vescovi reclamano il diritto all’obiezione di coscienza per i farmacisti che rifiutano di vendere “una pillola che può essere abortiva”

mercoledì, 31 ottobre 2007

Santiago del Cile (Agenzia Fides) - Mons. Alejandro Goic, Vescovo di Rancagua e Presidente della Conferenza Episcopale del Cile, ha rivendicato ancora una volta il legittimo diritto all’obiezione di coscienza, riferendosi alle annunciate sanzioni contro farmacie che si rifiutarono di vendere la cosiddetta "pillola del giorno dopo", durante una conferenza stampa celebrata ieri nell'Episcopato di Rancagua. "Credo che esista il legittimo diritto di obiezione di coscienza e non si può essere intolleranti di fronte ad una coscienza che non vuole contribuire, nell’ambito di un dubbio scientifico che ancora esiste, a promuovere una pillola che può essere abortiva", ha affermato Mons. Goic, mentre un intenso dibattito è in corso nel paese in seguito alle sanzioni imposte dal Ministero della Sanità alle farmacie che rifiutano di vendere la "pillola del giorno dopo" (vedi Agenzia Fides 26/10/2007).
Anche Mons. Cristián Contreras, Segretario Generale della Conferenza Episcopale del Cile, ha lanciato un invito a difendere sempre il valore della vita che è il valore principale. "Io credo che il tema sia molto più ampio delle sanzioni alle farmacie - ha affermato il Segretario -. Il tema l'abbiamo presentato innumerevoli volte: è il tema della vita, come affrontiamo il tema della vita. Quando c'è un dubbio circa l'esistenza di un essere umano, dobbiamo scegliere sempre l'opzione più sicura". In questo dibattito “bisogna tenere presente che la libertà è un concetto ampio ed integrale, ed in questo senso è assolutamente valido che il titolare di una farmacia, avendo dubbi circa l'effetto abortivo della pillola e per ragioni di coscienza, non voglia venderla”.
In questo acceso dibattito, i farmacisti hanno accolto l’esortazione rivolta da Papa Benedetto XVI ai farmacisti cattolici (vedi Fides 30/10/2007), che li ha esortati a considerare l'obiezione di coscienza al fine di “evitare di collaborare direttamente o indirettamente, nella somministrazione di prodotti che hanno obiettivi chiaramente immorali, per esempio l'aborto o l'eutanasia". Una delle principali catene di farmacie cilene ha detto di esigere che si rispetti la sua “libertà di opinione” per vendere la pillola. (RG) (Agenzia Fides 31/10/2007; righe 24, parole 336)


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