AFRICA/SOMALIA - Si è dimesso il Primo Ministro Ali Mohamed Gedi

lunedì, 29 ottobre 2007

Mogadiscio (Agenzia Fides)- Situazione sempre più confusa in Somalia, dove oggi, 29 ottobre, il Primo Ministro Ali Mohamed Gedi ha presentato le sue dimissioni davanti al Parlamento provvisorio somalo riunito a Baidoa (250 km a nord-ovest di Mogadiscio), accrescendo la crisi in seno al traballante Governo di Transizione nazionale somalo. La crisi infatti era annunciata da tempo a causa delle crescenti tensioni tra il Premier e il Presidente Yusuf, provenienti da clan diversi. Il Presidente Yusuf rappresenta il clan Darod, mentre il Primo Ministro Gedi il clan Hawiye. Entrambi mancando di un forte supporto da parte dei rispettivi clan, si sono alleati nel Governo di Transizione Nazionale per rafforzare le rispettive posizioni. Il Governo di Transizione fatica a legittimarsi agli occhi della maggioranza dei somali perché si è insediato nella capitale Mogadiscio grazie all’esercito etiopico che, con il supporto di Washington, ha scacciato le Corti Islamiche. Queste ultime avevano imposto la Sharia ma erano anche riuscite a mettere sotto controllo i diversi “signori della guerra” che avevano creato per anni una situazione di insicurezza a Mogadiscio.
Il nuovo governo non è ancora riuscito a restaurare l'ordine: i miliziani, legati alla corti islamiche e i clan che non si riconoscono nel Governo di Transizione Nazionale, hanno lanciato una guerriglia urbana contro le truppe governative somale e quelle etiopiche, creando una drammatica crisi umanitaria che si è aggravata negli ultimi giorni. Centinaia di civili continuano da ieri, 28 ottobre, a fuggire da Mogadiscio, dove da due giorni sono in corso intensi combattimenti fra gli insorti islamici da un lato e le truppe somale ed etiopiche dall'altro.
Il “matrimonio di convenienza” tra il Presidente Yusuf e il Premier Gedi è quindi saltato, anche per via delle dispute sullo sfruttamento delle presunte riserve petrolifere somale (vedi Fides 8/10/2007).
La situazione è resa ancora più complicata dalla crisi che si è aperta nel Puntland, la vera base di potere di Yusuf. Questi infatti è anche il Presidente della provincia semi-autonoma, la quale ha avviato un duro confronto con il Somaliland (la Somalia settentrionale che ha dichiarato la propria indipendenza negli anni ’90) per il controllo della regione di confine di Sool (vedi Fides 30/10/2004). Questa estate il Puntland aveva già dovuto subire la secessione della regione contesa di Sanaag, che si è resa autonoma con il nome di Stato di Makhir, presieduto Jibril Ali Salad, che ha un seggio nel Parlamento del Somaliland.
Sullo sfondo permangono le tensioni regionali, in particolare tra Etiopia ed Eritrea, e gli interessi delle grandi potenze che mirano a controllare un’area strategica per garantire gli approvvigionamenti petroliferi del pianeta. (L.M.) (Agenzia Fides 29/10/2007 righe 34 parole 533)


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