VATICANO - “Dio. Quale libertà?” È la drammatica domanda che sta dietro le tante testimonianze raccolte nella terza puntata di “Dio: pace o dominio” in onda martedì prossimo, 26 giugno, su RAIUNO dalle undici e trenta della sera. Una domanda cruciale perché è nell’interpretazione della libertà che viene da Dio che si può divenire fondamentalisti o operatori di pace.

lunedì, 25 giugno 2007

Città del Vaticano (Agenzia Fides) - Continua a far parlare di sé il programma televisivo “Dio: pace o dominio” dedicato al rapporto tra le religioni per la pace e la convivenza dei popoli (con la supervisione di Sua Ecc. Mons. Mauro Piacenza, trasmesso su RAIUNO ogni martedì dal 12 giugno, in seconda serata), tanto che è stato aperto anche un blog ad esso dedicato: http://www.diopaceodominio.it.
Continua a far parlare di sé e ancora così sarà in futuro. Il prossimo martedì, infatti, sempre su RAIUNO e con inizio alle 23.30 circa, è il tema “Dio. Quale libertà ?” ad essere affrontato. Dio è oggi il Signore della pace oppure no? In quanti modi diversi può essere usato il nome di Dio? Quale libertà concede Dio agli uomini? La libertà di fare il bene o quella di essere servitori del male? Quale libertà?
Dal prologo: “Ancora oggi, in questo momento, sono oltre un miliardo le persone che non hanno accesso all’acqua potabile. Ogni giorno 34 mila di queste persone muoiono. Primi in graduatoria come sempre ed ovunque i bambini! Morti che non fanno notizia E così in questo nostro mondo di immagini e di parole si investono cifre incredibili per sostenere consumi marginali per la reale qualità della vita dei popoli tutto lo si riduce alla soddisfazione della persona. Questo è il mercato. Tutto diventa relativo: così anche le religioni che si reinterpretano relativizzandole a noi stessi! Dio diventa la maschera del buon cuore. Ben diverso è il confronto reale nel Suo nome. Al servizio di Dio per il bene di tutti”.
Risponde, in Thailandia, nel grande slum a ridosso del porto di Bangkok, Ahmina Dae Belaeh, la coordinatrice del gruppo delle donne musulmane che lavora nel centro di solidarietà fondato da padre Joe Maier: “Io sono di Fede Islamica e mi sento unita a Padre Joe anche per quello che fa per combattere la droga in questa nostra bidonville a qualsiasi religione si appartenga”.
Alle parole di pace non sempre seguono azioni di pace, di amore, di misericordia. Anche in Thailandia, dove, soprattutto nel Sud, dal 1984 ad oggi la questione della relazione tra le diverse religioni ha avuto momenti di tensione e di violenza. Spiega il cardinale Kitbunchu Michael Michai, Primate di Thailandia. Dunque, mussulmani a Sud e buddisti a Nord, in Thailandia. E l’evidenza che anche qui, Dio non è una libertà di scelta dell’uomo, della persona, ma più una tradizione che oggi diventa anche confronto politico, sociale. Una tradizione che può portare violenza. Mentre se Dio è scelto liberamente nel cuore di ogni uomo, le cose potrebbero essere ben diverse.
Dice padre David Maria A. Jaeger, Frate di Terra Santa: “Anche dal punto di vista strettamente teologico cristiano la scelta di abbracciare il Vangelo e di amare Dio rivelatosi in Gesù Cristo ha senso soltanto se fatta in libertà. Tutti sappiamo dalla vita nostra personale che non ci dà alcun piacere essere amati per forza. La nostra consolazione viene soltanto quando la persona che amiamo risponde al nostro amore in assoluta libertà e autonomia. Questo è il rischio che ha preso Dio nel dotare l’uomo dell’intelletto e della libera volontà”.
Dal secolo scorso ad oggi decine di milioni di innocenti sono stati falciati dal furore delle ideologie, ed oggi? Ancora morti! Vittime di tiranni e tirannie quando non della follia planetaria, del fondamentalismo religioso annunciatore di morte. Negazione concreta di ogni libertà, di credere o di non credere. Non c’è pace senza libertà. E così torna la domanda: cosa è la libertà per chi crede in un Dio. Ma il fondamentalismo religioso non accetta che siamo liberi di pensare e ripensarci, ma se Dio esiste non può essere che libertà. Per i Cristiani questo è il centro della Fede. Cristo sulla Croce è un Dio che non punisce i Suoi carnefici, ma si fa inchiodare a quel legno per la loro libertà! Per sempre!

I Cristiani espongono il Crocifisso proprio per affermare che l’amore verso il proprio prossimo è la più grande delle libertà, e per questa libertà sono disposti a morire come sul Golgota. Questo è il Dio dei Cristiani. Père Basile Valuet O.S.B. Abbazia St. Madeleine - Le Barroux - Cattolico: “La libertà religiosa non si deve intendere come il permesso che Dio ci dà nello scegliere una religione od un’altra ma un diritto dovuto dalla società alla persona. Quindi la libertà religiosa per il monaco è un diritto che deve essere garantito dalla società a tutte le persone ancora prima dell’interpretazione che si dà di ogni religione. Se tra i Cristiani il dibattito sul rapporto tra libertà è Fede oggi ha portato a posizioni quali abbiamo sentito nella testimonianza del monaco, in altre religioni quale è il concetto di libertà ?”
E poi c’è libertà? Con Dio o senza Dio?
Università di Phonm Penh - Cambogia - Chan Somnoble professore lingue all’università - Buddista -: “Guerre e conflitti non sono mezzi per propagare le religioni. Non è con le divisioni che si propagano le Fedi. Propagare una religione è santificare questa religione. non criticare le altre religioni”. Non esiste un Dio del dominio, una religione del dominio! Gli interessi egoistici degli uomini, i loro fanatismi, sono i veri nemici della pace tra i popoli. Ancora prima di queste domande in molti affermano che l’occidente è stata la culla di tutti i fondamentalismi quando non li ha finanziati. Spiega Hassan Hanafi dell’Università del Cairo, in Egitto: «Nel mondo non europeo, cioè in Africa, America Latina e Asia, i popoli di queste regioni dovrebbero essere liberi e riavere i propri diritti con una giusta distribuzione delle ricchezze tra ricchi e poveri, tra Nord e Sud, poiché l’Europa ha privato l’Africa e l’Asia per duecento anni delle materie prime. Si pensi alla Gran Bretagna che ha occupato il Sud Africa per più di trecento anni…».
Ma si può ancora chiudere tutto alla contrapposizione tra occidente ed oriente? In questo nostro pianeta globale? La nuova Russia, l’Asia con tutte le sue nuove realtà stanno vivendo e facendo vivere a tutto il pianeta modificazioni epocali verso nuovi traguardi nel cammino dei popoli. In realtà la gente è ammazzata dai nemici della pace, da chi non vuole che pensieri diversi si confrontino, religioni diverse si confrontino. Il dominio diventa una Fede! E così l’infantilismo dei fanatici cerca di prendersi le piazze. I fondamentalisti, la loro cultura del terrore, ad occidente ed oriente ovunque e comunque spargono sangue di innocenti.
In India all’inizio del 2006 una bomba fece strage in un Tempio Indù a Varanasi. Il luogo più santo per questa religione. Varanasi è città sul Gange dove migliaia di pellegrini vengono per immergersi nel grande fiume a loro sacro e dove ogni Indù spera di morire. L’eco di quella bomba scosse il mondo oltre che per i morti per la sacralità del luogo colpito. Il simbolo di una Fede, di una appartenenza. Varanasi è un luogo simbolo per gli Indù, come la Mecca per i Mussulmani, San Pietro per i Cattolici. Il fondamentalismo, si capì allora, non si sarebbe più fermato davanti a nulla! La mia libertà di dare ad un luogo il più sacro dei significati era ora un confine inesistente ora travolto dal fanatismo fondamentalista. Con quella bomba ancora una volta la mia idea di libertà negava la tua libertà. Era il 7 marzo del 2006 quando misero la bomba al tempio. Verr Bhadra Mishna - Varanasi (guru Indù) - “…In 400 anni mai nessuno aveva offeso questo luogo. Questo attentato ha colpito tutti. Ancora oggi ripensavo a quanto avvenne. Ripensavo ai corpi uccisi da quella bomba. Quale reazione avere? Dipendiamo da di Dio e preghiamo Dio che ci dia conoscenza e forza per superare questa situazione…”
E a seguire la testimonianza di Losang Norbu Shastri (Buddista Tibetana) “…L’importanza della tolleranza, io penso, in senso cattolico o in un altro senso religioso è magari simile, ma dal punto di vista filosofico è importante notare che c’è magari una leggera differenza, come io la percepisco. Perché noi pensiamo che tutti gli esseri viventi, non solo gli esseri umani, tutti gli esseri viventi sono uguali, nel senso che nessuno vuole accettare la sofferenza ma tutti vogliono un qualsiasi tipo di felicità, anche se solo per un momento. Tutti sono uguali. Noi non possiamo, anche se qualcuno fa del male a me, far soffrire altre persone, far soffrire te, ferirti. Non devi ripagarlo con la stessa moneta. Perché poi ciò genererebbe più odio in te…”
Non diverse le parole del Guru Indù - Babu Maharaj “…La relazione tra il Gange e l’Induismo è molta stretta. Il Gange è considerato la madre dell’Induismo. Il Gange dà la vita. Grazie al Gange dalla sorgente fino al mare molte persone sopravvivono.Oggi se sparisse il Gange, molti morirebbero di fame…”. Tutte testimonianze di pace…sembrerebbe che tra le religioni ci sia un profondo accordo di tolleranza e pacificazione. È vero tutto questo?
Anche qui in India il cancro del fondamentalismo cerca di penetrare le Fedi, generando incendi, assalti e morti! L’intolleranza fomentata dai fanatici fa urlare alle folle parole di odio! La pace da tutti voluta diventa uno striscione di guerra agitato in nome di una religione contro l’altra. Risponde Padre Samir Khalil Samir :”…Oggi è elegante dire che tutte le religioni vogliono la pace, compreso Giovanni Paolo II, se ho buona memoria, lo ha detto parlando dell’Islam e di altre religioni. Tutte le religioni cercano la pace. Quello che si può dire è che l’ideale sarebbe che tutte le religioni cercassero la pace, ma credo che questa affermazione si debba dimostrare con i fatti.
È certo che non è vero che le religioni pensino solo alla pace anche se lo proclamano! Se prendo il Vecchio Testamento trovo moltissimi passaggi terribilmente violenti nei quali Dio ordina di condannare, uccidere tutti quelli che non rispettano il volere di Dio. Il Corano allo stesso modo. Vi sono nel Corano incitamenti alla violenza, ad ammazzare quanti si oppongono a Dio ed al suo Profeta. In questo modo si fa tutt’uno di Dio e il suo Profeta tanto che chi è contrario al Profeta diventa contrario a Dio. Accostamenti inaccettabili! Inaccettabili! Molte religioni nel nome della difesa dell’onore di Dio o dei diritti di Dio sulla terra, o della legge divina, nei fatti uccidono! O autorizzano ad uccidere: vuoi per difendere la terra o la casa di Dio. La pace non è fatta di parole.
San Giovanni dice amatevi con gli atti e con la verità! E non con le parole! Dice quello che ognuno di noi sente e pensa. La pace è un atto di coraggio! Forte, che richiede autocritica. Che richiede di reinterpretare tutti i nostri testi sia religiosi che non religiosi. I testi religiosi hanno bisogno di una reinterpretazione pacifista e pacifica. Questo è un lavoro indispensabile e dobbiamo aiutarci tra religioni a realizzarlo per ispirarci l’uno con l’altro per sapere come rileggere la nostra stessa tradizione spirituale attribuita a Dio in maniera conforme ai bisogni di oggi…”
Dalle parole di Padre Samir Khalil Samir l’esortazione di tutti, a qualunque religione si appartenga a rileggere le nostre tradizioni spirituali e poi pone al centro un’altra questione: e cioè che oggi in alcune nazioni mussulmane non c’è più un cittadino con dei diritti, ma un Fedele con dei doveri. Da qui in poi ogni dialogo si chiude, finisce il confronto.
Dalla testimonianza del fratello del Re della Cambogia il Phnom Penh il Principe Norodom Sirnudii. “…Per i Cattolici, per i Buddisti, per i Mussulmani il pericolo principale è prendere la religione come pretesto, o come mezzo di propaganda al servizio dei propri interessi. Per arrivare a una pace durevole nel nostro mondo moderno sono necessari dei compromessi. Dobbiamo evitare a tutti i costi queste derive esplosive dovute il più delle volte a incomprensioni. L’importanza nel dialogo interreligioso è capirsi sui punti comuni e non discutere sulle divergenze…”
Fondamentalismo contro democrazia! Da qui la preoccupazione la convinzione, di quanti credono in Dio, che proprio le religioni saranno le perdenti di questo scontro, ormai globale.
Giovanni Paolo II: ….”A ben guardare il terrorismo strumentalizza non solo l'uomo, ma anche Dio, finendo per farne un idolo di cui si serve per i propri scopi.”…
Con quelle parole Giovanni Paolo II richiamava tutti alla responsabilità di proclamare i valori delle religioni mai in termini di contrapposizione ma sempre di dialogo. Sempre così è stato tra Cristiani e musulmani? Dialogo, confronto sereno?La domanda al professore Justo La Cunza che per anni ha diretto il Pontificio Istituto di Studi Islamici :” ….Dove collocare la Fede nella vita di tutti i giorni … sono dei problemi che l’uomo e la donna si porteranno dietro fino alla fine dei loro giorni. Sono problemi che l’uomo e la donna devono affrontare soprattutto nelle società dove c’è la diversità culturale dove c’è il pluralismo religioso. Perciò s’impone che l’educazione diventi non un luogo e uno spazio di scontro ma diventi soprattutto uno spazio dove credenti e non credenti e coloro che vengono da una tradizione cristiana o ebraica o da una tradizione musulmana o Buddista o da una tradizione laica o da una tradizione indu possano semplicemente dire la loro per quanto riguarda l’educazione sia dei piccoli sia dei giovani sia degli adulti.
In India, a New Delhy nel grande Tempio dei Bahay, (una religione relativamente recente nata in Iran nella metà del 1800 e lì ferocemente repressa ma che nonostante il martirio ha seguaci in tutto il mondo ed in continua crescita.) la testimonianza di Farida Vahedi - relazioni esterne national spiritual assembly of the Bahais - India - “…I Bahay credono che gli uomini e le donne siano le due ali dell’umanità. Quando entrambe sono uguali in forza, allora il volo dell’umanità potrà raggiungere l’apice del suo progresso e della prosperità.
Bisogna aderire a questo principio di uguaglianza, se si vuole veramente ottenere il progresso degli esseri umani, la fine della violenza….” Non più guerra e morte in nome di Dio. Ma Pace in nome di Dio perché Dio è pace! Questo è un denominatore comune di tutte le razze, di tutte le etnie, di tutte le nazionalità, di tutti i popoli, di tutte le persone. Il vero dibattito nelle società dove il dibattito è libero, ed il confronto religioso è libero, è se le religioni sono un confine o meno alla libertà della persona Intendendo la parola libertà nel suo significato più vero.
Don Nicola Bux - docente di ecumenismo - Bari - cattolico: “Un uomo per capire la verità, per arrivare alla verità, per cercare la verità ha bisogno di libertà. Non ci devono essere condizionamenti, non ci devono essere diciamo delle costrizioni soprattutto perché l’uomo ha bisogno di recuperare l’essere libero, perché egli possiamo dire che nasce libero e ha bisogno di crescere comprendendo meglio il senso di questa libertà - e il senso di questa libertà è dato unicamente dall’incontro di tutto l’essere ragionevole amorevole volitivo operativo con la verità. Penso che oggi dobbiamo un tantino passare da un confronto se vogliamo anche un apparentemente innocuo appaiamento delle religioni a un dibattito, a un dialogo sul senso della libertà - in che senso Dio vuole la libertà, in che senso l’uomo deve essere libero -. Tutti conosciamo il fenomeno del passaggio di religion, delle conversioni del cambiamento. C’è chi si scandalizza, chi teorizza che l’uomo dovrebbe rimanere sempre bloccato nella sua religione. Ma gli uomini abbandonano una e ne prendono un’altra e alcune religioni condannano questo, alcune leggi addirittura vogliono far fuori chi fa questo. Però sappiamo che la libertà è più grande è più forte. Davvero credo che su questo punto della libertà di Dio e della libertà dell’uomo si gioca tutta la verità di una religione. D'altronde sappiamo che il cristianesimo alle origini convinceva per questa capacità di coniugare la ragione con la Fede e non c’era fanatismo. E soprattutto riusciva poi a tradurre ragione e Fede nell’amore verso gli altri, nell’etica nella morale. Ecco penso che un confronto tra uomini che credono o che non credono ma che sono sinceramente desiderosi di capire di vivere nella verità e nella libertà sia oggi il più grande contributo che si possa dare all’incontro tra le religioni….”
E la puntata conclude: “..Per i credenti è Dio che ha creato il mondo e certamente non è il Dio Creatore che lo inquina È l’uomo che inquina il mondo. Per i credenti, l’uomo, Dio lo ha creato libero! Libero anche di inquinare il suo creato! Cosa sono allora le religioni? Dio? Chi è Dio? Un confine? Un confine inventato dagli uomini per porre limiti alla libertà delle persone O è Dio la libertà oltre tutti i confini? Il punto è se Dio è potere o amore? Da tutto quello che abbiamo sentito, non esiste un Dio del dominio, una religione del dominio, gli interessi egoistici degli uomini, i loro fanatismi, sono i veri nemici della pace fra i popoli. Quale è l’obbiettivo finale del terrorismo religioso? Del terrorismo ideologico? Se non porre confini violenti alla nostra libertà di annunciare e vivere Fedi diverse e pensieri diversi e non per questo odiarci! Testimone della Sua Fede. Uccidere in nome di Dio. (P.R.) (Agenzia Fides 25/6/2007 - righe 185, parole 1844)


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