AMERICA/ECUADOR - Il Primo Congresso Pro-Vita e Famiglia si è concluso con l’impegno di tutti i partecipanti a difendere la vita e la famiglia, a promuovere la preparazione dei giovani al matrimonio ed il sostegno alle coppie, ad inserire programmi di studio sul valore della vita umana

lunedì, 26 marzo 2007

Guayaquil (Agenzia Fides) - Con la Celebrazione della Giornata per la Vita, 25 marzo, si è concluso il Primo Congresso Nazionale Pro-Vita e Famiglia celebrato a Guayaquil (Ecuador) sul tema "La Verità integrale sulla Vita e sulla Famiglia". Venerdì 23 marzo il Cardinale Pedro Rubiano Saénz, Arcivescovo di Bogotà, aveva presentato la relazione “La Famiglia Santuario della Vita" nella quale ha sottolineato la necessità di annunciare "con gioia e convinzione, la Buona Novella sulla famiglia", riconoscendo che in questo inizio del Terzo Millennio, "la famiglia è vittima di molte forze che tentano di distruggerla o deformarla". “La nostra lotta frontale sul terreno pastorale - ha affermato - deve essere contro la cultura della morte, poiché a poco a poco ed in forma coordinata e sistematica, ha continuato a crescere una vera cultura della morte".
Nella mattina di sabato 24 marzo, Mons. Raúl Vela Chiriboga, Arcivescovo di Quito, ha presentato la Relazione su "La vita nelle leggi e nella legislazione", preparata dal Cardinale Antonio González Zumárraga, che per motivi di salute non ha potuto recarsi a Guayaquil. Durante la relazione sono stati presi in considerazione tre aspetti: il Diritto e la Morale, l’offensiva internazionale a favore della cultura della morte e l’offensiva a favore della cultura della morte in Ecuador. La Chiesa cattolica "rivendica per ogni essere umano il diritto alla vita come diritto primario. Lo fa a nome della verità sull'uomo ed in difesa della sua libertà che non può sussistere senza il rispetto per la vita". Attualmente alcuni gruppi minoritari pretendono di scalzare la cultura della vita considerata “una cosa antiquata, qualcosa di ingiusto o inumano…! Incredibilmente si presenta oggi la morte come una cosa degna e la vita come la cosa indegna! ".
Nella notte di sabato 24 marzo si è svolta una Marcia per la Vita per le strade di Santiago di Guayaquil, fino al Monumento al Sacro Cuore di Gesù, chiedendo la Sua protezione per la vita e la famiglia. Vi hanno preso parte più di 5.000 persone, e tra gli altri Mons. Néstor Herrera, Vescovo di Machala e Presidente della Conferenza Episcopale; Mons. Antonio Arregui, Arcivescovo di Guayaquil; Mons. Gonzalo López Marañón, Vescovo di Sucumbíos, e Mons. Marcos Pérez, Vescovo Ausiliare di Guayaquil.
Tra le prime conclusioni del Congresso, i partecipanti hanno ribadito il loro impegno di difendere la vita e la famiglia dal momento stesso del concepimento, al di sopra di qualunque circostanza, fino al suo termine naturale. Si è proposta una campagna in tutte le diocesi dell'Ecuador, per lavorare intensamente con i giovani nella preparazione al matrimonio e offrire appoggio alle coppie già sposate. Il Congresso esorta inoltre i genitori, primi e principali educatori dei figli, ad infondere in essi l'amore, il rispetto e la difesa della vita umana, attraverso il loro esempio e la loro testimonianza. Si è proposto anche di includere e potenziare nei centri educativi, programmi di studio che, dal punto di vista scientifico, filosofico e religioso, trasmettano la verità sul valore della vita umana. Anche i mezzi di comunicazione sociale devono trasformarsi in diffusori e difensori della vita, affinché i giovani si formino in una società influenzata da una cultura di vita. Professionisti cattolici, sacerdoti e consacrati, ognuno nel suo ambito, sono invitati ad essere testimoni coraggiosi ed efficaci diffusori del Vangelo della vita, anche se ciò implica l'opposizione di un mondo che ha optato per la cultura di morte. È previsto che, a partire dalle conclusioni di tutti i gruppi di lavoro, si elaborerà la dichiarazione finale che costituirà la base per il lavoro del post Congresso che si realizzerà in tutte le giurisdizioni ecclesiastiche dell'Ecuador. (RG) (Agenzia Fides 26/3/2007; righe 40, parole 592)


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