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Città del Vaticano (Agenzia Fides) - Al termine della riunione tenuta in preparazione alla V Conferenza Generale dell’Episcopato Latinoamericano (vedi Agenzia Fides 15/2/2007), il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto in udienza, sabato 17 febbraio, i Rappresentanti Pontifici in America Latina. “Ogni Nunzio Apostolico è chiamato a consolidare i legami di comunione tra le Chiese particolari e il Successore di Pietro - ha detto il Papa nel suo discorso -. A lui è affidata la responsabilità di promuovere, insieme con i Pastori e l’intero Popolo di Dio, il dialogo e la collaborazione con la società civile per realizzare il bene comune. I Rappresentanti Pontifici sono la presenza del Papa, che si fa vicino attraverso di loro a quanti Egli non può incontrare di persona e, in modo speciale, a chi vive in condizioni di difficoltà e di sofferenza”.
Ricordando la definizione coniata per l’America Latina da Papa Giovanni Paolo II - "Continente della speranza" -, Benedetto XVI ha espresso la sua gioia di poter prendere “personalmente contatto con la realtà di quei Paesi intervenendo, a Dio piacendo, all’apertura della V Conferenza Generale dell’Episcopato Latinoamericano”. Tale assemblea in un certo senso “ricapitola e dà seguito alle Conferenze Generali precedenti, mentre si arricchisce dei numerosi doni ‘post-conciliari’ del Magistero Pontificio - ha proseguito il Papa -. Si propone di definire le grandi priorità e di suscitare un rinnovato slancio alla missione della Chiesa al servizio dei popoli latino-americani nelle circostanze concrete dell'inizio di questo secolo XXI. Tale ricapitolazione rinvia alla tradizione della cattolicità, la quale, grazie ad una straordinaria epopea missionaria, si è fatta presente ed ha segnato con la sua impronta la struttura culturale che caratterizza fino ad oggi l'identità latino-americana.”
Citando le sfide che si presentano nell’area latino-americana, “inserita nelle dinamiche mondiali e condizionata sempre più dagli effetti della globalizzazione”, Papa Benedetto XVI ha ricordato che la Chiesa “reca il contributo che le è proprio, cioè quello del Vangelo”, ed ha auspicato che “nei Paesi latino-americani dove le Carte costituzionali si limitano a ‘concedere’ libertà di credo e di culto, ma non ‘riconoscono’ ancora la libertà religiosa, si possano quanto prima definire le reciproche relazioni fondate sui principi di autonomia e di sana e rispettosa collaborazione”. Il Santo Padre ha poi ribadito il ruolo “storico, spirituale, culturale e sociale” sempre svolto dalla Chiesa Cattolica nell’America Latina, grazie anche alla fusione tra l’antica e ricca sensibilità dei popoli indigeni con il cristianesimo e la cultura moderna. “Alcuni ambienti, lo sappiamo - ha proseguito il Papa -, affermano un contrasto tra la ricchezza e profondità delle culture precolombiane e la fede cristiana presentata come un’imposizione esteriore o un’alienazione per i popoli dell’America Latina. In verità, l’incontro tra queste culture e la fede in Cristo fu una risposta interiormente aspettata da tali culture. Questo incontro quindi non è da rinnegare, ma da approfondire e ha creato la vera identità dei popoli dell’America Latina”.
La Chiesa Cattolica è oggi molto attiva nella vita della gente, stimata per il lavoro nei campi dell’educazione, della salute e della solidarietà, per l’aiuto ai poveri e la lotta contro la povertà, per gli interventi di mediazione che le vengono richiesti nell’ambito dei conflitti interni. Tuttavia la Chiesa oggi si trova anche ad affrontare il proselitismo delle sette e l’influenza del secolarismo edonista postmoderno, per questo le comunità “sono chiamate a rinsaldare la loro adesione a Cristo per testimoniare una fede matura e piena di gioia… E veramente enormi sono le potenzialità spirituali a cui può attingere l’America Latina, dove i misteri della fede sono celebrati con fervida devozione e la fiducia nel futuro è alimentata dall’aumento delle vocazioni sacerdotali e religiose”. Il Papa ha quindi esortato a seguire con attenzione i giovani nel cammino della vocazione e ad aiutare sacerdoti, religiosi e religiose a perseverare nella loro vocazione. I numerosi giovani del continente, più di due terzi della popolazione, costituiscono “un immenso potenziale missionario ed evangelizzatore” mentre la famiglia richiede un’attenzione prioritaria in quanto “mostra segni di cedimento sotto le pressioni di lobbies capaci di incidere negativamente sui processi legislativi. Divorzi e unioni libere sono in aumento, mentre l’adulterio è guardato con ingiustificabile tolleranza”. A tale proposito il Santo Padre ha ribadito che “il matrimonio e la famiglia hanno il loro fondamento nel nucleo più intimo della verità sull’uomo e sul suo destino; solo sulla roccia dell’amore coniugale, fedele e stabile, tra un uomo e una donna si può edificare una comunità degna dell’essere umano”.
Tra le altre tematiche, religiose e sociali, che interessano le popolazioni latino-americane, il Papa ha citato il fenomeno della migrazione, la scuola e l’attenzione ai valori e alla coscienza, “per formare laici maturi che siano in grado di offrire un contributo qualificato nella vita sociale e civile”; l’educazione dei giovani con adeguati piani vocazionali; una presenza efficace nel campo degli strumenti di comunicazione sociale. “I movimenti ecclesiali costituiscono certo una valida risorsa per l’apostolato, ma vanno aiutati a mantenersi sempre fedeli al Vangelo e all’insegnamento della Chiesa, anche quando operano nel campo sociale e politico. In particolare - ha concluso il Papa -, sento il dovere di ribadire che non spetta agli ecclesiastici capeggiare aggregazioni sociali o politiche, ma ai laici maturi e professionalmente preparati”. (S.L.) (Agenzia Fides 17/2/2007 - righe 61, parole 861)
