AFRICA/SOMALIA - “Occorre uscire dalla logica dei clan per riportare la pace in Somalia” dice l’Amministratore Apostolico di Mogadiscio, Sua Eccellenza Mons. Bertin

giovedì, 28 dicembre 2006

Mogadiscio (Agenzia Fides)- “È un nuovo capitolo nel caos somalo del quale è difficile vedere la fine se la comunità internazionale non si impegna a fondo e se i somali non abbandonano la logica dei clan” dice all’Agenzia Fides Sua Eccellenza Mons. Giorgio Bertin, Vescovo di Gibuti e Amministratore Apostolico di Mogadiscio, commentando l’avanzata verso Mogadiscio delle truppe etiopiche e del Governo di Transizione somalo. Le milizie delle Corti Islamiche, che controllavano la capitale somala, si sono ritirate e in città stanno entrando i militari governativi ed etiopici.
“Gli ultimi avvenimenti sono la conclusione di un processo iniziato 7-8 mesi fa. I diversi attori della crisi somala continuavano a riunirsi in defatiganti summit senza raggiungere un’intesa. Nel frattempo però il linguaggio delle parti diventava sempre più minaccioso” afferma Mons. Bertin. “Sono prevalse le logiche di parte e non la volontà di trovare il bene comune. Ognuno, anche chi nella comunità internazionale era chiamato a favorire la trattativa, ha preferito anteporre i propri interessi a quelli del popolo somalo, che ha diritto alla pace e allo sviluppo dopo 16 anni di caos e guerra civile”.
“Questa logica” prosegue il Vescovo “è certo favorita dalla struttura in clan della società somala, per cui prevale la solidarietà del clan sull’interesse nazionale, ma appartiene anche agli attori esterni che intervengono nel Paese, la si può intravedere persino in alcune azioni umanitarie che sono condizionate più dal desiderio primario di ottenere fondi per questo o quel progetto che da un programma coerente di aiuto alla popolazione locale”.
“L’intervento diretto di truppe straniere complica una situazione già molto confusa e rischia di trasformare la Somalia in un terreno di scontro di interessi che le sono estranei” sottolinea Mons. Bertin. “Si può uscire da questa situazione solo se i dirigenti somali abbandonano la logica dell’interesse di parte e decidono di progettare insieme il futuro dello Stato somalo, e se la comunità internazionale appoggia con forza questo impegno”.
“L’alternativa è solo il caos” afferma il Vescovo. “Spero intanto che il governo di transizione eviti vendette e non ricada nella logica del clan. Si tratterebbe di un primo passo nella direzione giusta. Ricordiamo che le Corti Islamiche avevano guadagnato il consenso della popolazione, perché erano riuscite a garantire un minimo di condizioni di sicurezza nelle zone da loro controllate. Se dovessero ritornare invece i signori della guerra e i criminali, in perenne lotta tra loro, con il conseguente crollo della sicurezza, i nuovi governanti faranno fatica a ottenere il consenso della popolazione”. (L.M.) (Agenzia Fides 28/12/2006 righe 35 parole 437)


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