ASIA/PAKISTAN - La preghiera dei bambini e il frutto del cessate-il-fuoco tra India e Pakistan  

lunedì, 12 maggio 2025 bambini   guerre   preghiera  

Nostra Signora Regina degli Angeli, Bhai Pheru,

Lahore (Agenzia Fides) - "Sappiamo che il Signore ascolta la preghiera dei bambini, che sono nel suo cuore. E la tregua tra India e Pakistan per noi ha un significato molto particolare perchè la consideriamo come frutto della preghiera dei bambini", dice all'Agenzia Fides p.  Qaisar Feroz, frate Cappuccino e parroco alla  parrocchia Nostra Signora Regina degli Angeli, Bhai Pheru, alla periferia di Lahore, nel Punjab pakistano.
Racconta il parroco a Fides: "Sabato 10 maggio, un gruppo di bambini e famiglie si è riunito davanti alla Grotta e al Santuario di Nostra Signora Regina della Pace, nella nostra parrocchia di Bhai Pheru. Io, l'altro frate Padre Robinson OFM Cap e le Suore Francescane Missionarie di Maria abbiamo celebrato con  la comunità parrocchiale un Rosario per la pace.  Erano presenti bambini e ragazzi, mentre le ragazze del convitto Ibne Mariam hanno recitato inni di pace e preghiere devozionali a Maria. Alla fine della preghiera, abbiamo liberato alcuni colombi come simbolo di pace e dell'ardente desiderio dei bambini, che reggevano cartelli per dire: 'sì alla pace, no alla guerra'. Al termine della preghiera del Rosario, la sorpresa: abbiamo ricevuto la splendida notizia dell'annuncio del cessate-il-fuoco tra India e Pakistan. Ora speriamo che regga e che si possa costruire una pace giusta e duratura tra le parti".
Tra altro la gente della parrocchia era molto spaventata perchè, racconta p. Feroz,  nei giorni precedenti, date le scaramucce militari che hanno travalicato la regione contesa del Kashmir, un proiettile ha colpito la zona industriale nel territorio della parrocchia di Nostra Signora Regina degli Angeli a Bhai Pheru. "E' stato un po' come sentire la guerra che arrivava in casa nostra. C'era grande apprensione e per questo abbiamo intensificato la preghiera per la pace", riferisce p. Feroz.
Tutta la Chiesa in Pakistan ha accolto con favore la tregua.  Il Vescovo Samson Shukardin OFM, Vescovo di Hyderabad e Presidente della Conferenza Episcopale del Pakistan ha affermato in un messaggio pubblico: "Questo significativo passo verso la pace, dopo le recenti tensioni e gli scontri militari, è fonte di grande sollievo e speranza per milioni di persone in tutta la regione". I Vescovi del Pakistan esprimono   "apprezzamento al Primo Ministro Shehbaz Sharif del Pakistan e del Primo Ministro Narendra Modi dell'India per aver scelto la via del dialogo e della moderazione" e "profonda gratitudine ai mediatori internazionali, in particolare agli Stati Uniti e agli altri partner globali, per il loro ruolo nel facilitare questa svolta pacifica".
I Vescovi pakistani ricordano: "I popoli dell'Asia meridionale desiderano da tempo pace, stabilità e cooperazione. Preghiamo che questo cessate il fuoco segni non solo la fine delle ostilità, ma anche l'inizio di un nuovo capitolo di comprensione reciproca, riconciliazione e armonia regionale", assicurando la  preghiera "per una pace duratura e per il bene comune di tutti".
Ha aggiunto l'Arcivescovo Joseph Arshad, Vescovo di  Islamabad-Rawalpindi e presidente della Commissione nazionale "Giustizia e pace" (NCJP): "Questo cessate il fuoco serve anche a ricordare il potere della diplomazia sui conflitti. È fondamentale che entrambe le nazioni continuino a impegnarsi in dialoghi per affrontare questioni di lunga data e cercare soluzioni durature che diano priorità al benessere e alla sicurezza dei loro popoli. Un futuro di pace per la regione dell'Asia meridionale inizia con la cooperazione, il dialogo, il rispetto reciproco e l'impegno per la pace".  La Chiesa cattolica,  dall'una  e dall'altra parte della frontiera, auspica che India e Pakistan "possano costruire relazioni più forti, affidabili e pacifiche, garantendo un futuro migliore per tutti" e  che "lo spirito di giustizia, pace, solidarietà e fratellanza prevalere in questa regione, per costruire ponti di speranza, amore e pace tra le nazioni".
(PA) (Agenzia Fides 12/5/2025)


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