ASIA/BANGLADESH - Il 2013 denso di conflitti sociali e abusi sui diritti umani

sabato, 21 dicembre 2013

Dacca (Agenzia Fides) – “Il 2013 è stato un anno denso di conflitti e di abusi sui diritti umani. Oltre 100 persone sono state uccise in violenze per motivi politici durante l’anno. Oltre 1.200 sono morte sul lavoro. E’ stato un anno problematico soprattutto per la gente comune, a causa delle violente lotte di potere in campo politico ed economico. Ci avviciniamo alle elezioni generali, che vi saranno nei primi mesi del nuovo anno, in un clima di forte conflittualità sociale e politica”: è l’analisi consegnata all’Agenzia Fides da Rosaline Costa, cattolica, attivista per i diritti umani e collaboratrice della Commissione “Giustizia e Pace” dei Vescovi del Bangladesh. Costa guida l’associazione “Hotline Human Rights Trust”, che monitora il rispetto dei diritti umani nel paese.
Tracciando un bilancio dell’anno, Costa dice a Fides: “Il 2013 è stato un anno caratterizzato da incertezza sociale e politica, da pericoli e forte violenza”. Nell’anno è tornato in auge il problema dello sfruttamento del lavoro, che chiama in causa anche grandi multinazionali occidentali: “Ci sono oltre 2,8 milioni di lavoratori, uomini e donne, in circa 5.000 fabbriche – rimarca l’attivista – che lavorano per lunghe ore con i salari più bassi di qualsiasi altro paese. La maggior parte dei proprietari delle fabbriche non permette ai lavoratori di avere un sindacato. A causa della scarse ispezioni, si verificano incendi devastanti e mortali. Nel 2013 oltre 100 persone sono rimaste soffocate o arse vive. Inoltre il crollo di un edificio di nove piani, il 24 aprile 2013, ha ucciso 1.113 lavoratori e ne ha feriti oltre 3.000. La maggior parte delle famiglie dei defunti aspetta ancora risarcimenti. Vi è stata una forte pressione, interna e internazionale, per riforme immediate, poi cadute nel vuoto. E finora nessuno dei cinque proprietari dell'edificio è stato punito per negligenza”.
Un altro capitolo delicato è quello relativo alle sentenze nei processi per crimini di guerra, compiuti al tempo del conflitto per l’indipendenza. Un Tribunale speciale ha condannato il leader islamico Salahuddin Quader Chowdhury, oggi capo dell’opposizione. “Molti partiti politici estremisti islamici – spiega Costa a Fides – hanno inscenato molte manifestazioni, con blocchi, sequestri, violenze che hanno colpito persone innocenti: il tragico bilancio vede oltre 100 persone uccise in violenze per motivi politici durante il 2013”.
A risentire di questo clima di violenza è stata l’intera società, come si evince, ad esempio, dal sistema scolastico: “Migliaia di studenti in scuole, college e università, date le frequenti interruzioni all’istruzione, per le violenze, potrebbero perdere un anno scolastico o non poter sostenere esami”. L’associazione “Hotline Human Rights Trust”, conclude Costa, “ha fatto e continuerà a fare il possibile per aiutare le vittime di abusi dei diritti umani, riconoscendo e denunciando le principali ingiustizie, creando consapevolezza sui problemi sociali, ricercando soluzioni pacifiche ai conflitti familiari e locali”. (PA) (Agenzia Fides 21/12/2013)


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