AMERICA/MESSICO - I bambini non vogliono parlare le lingue indigene per timore di discriminazioni

martedì, 5 novembre 2013

Xalapa (Agenzia Fides) – Ogni anno si riduce sempre di più il numero dei bambini o dei ragazzi indigeni che continuano a parlare la loro lingua originaria per timore di essere emarginati. Secondo una ricerca della Facoltà di Antropologia dell’Università di Veracruz (UV), questo fenomeno riflette la mancata integrazione delle popolazioni indigene durante il processo di formazione, sviluppo e crescita del Messico. La società coloniale era suddivisa in caste, e il solo fatto che esistessero creoli, spagnoli e meticci, impediva l’integrazione. Di conseguenza non è stato possibile creare una società nella quale tutti avessero gli stessi diritti. Una volta fondato lo Stato messicano, legalmente le caste non esistono più e tutti i cittadini sono messicani con gli stessi diritti. Ma nella pratica è diverso, visto che da 200 anni la sfida per l’integrazione delle popolazioni indigene continua ad essere sempre attuale. Si tratta di un processo storico che non dipende da volontà personali nè politiche, rivoluzionarie o istituzionali. E’ un processo delle società indigene che vogliono, hanno bisogno e diritto di integrarsi nella società nazionale e non possono rimanere emarginati. (AP) (5/11/2013 Agenzia Fides)


Condividi: