ASIA/INDIA - Testimonianza ed evangelizzazione: i religiosi celebrano la chiusura dell’Anno della Fede

giovedì, 17 ottobre 2013

Agra (Agenzia Fides) – “L’India ha bisogno di Cristo. Nel contesto socio-politico indiano noi religiosi siamo chiamati a testimoniare il Vangelo. Magari potrebbe non esserci consentito battezzare, ma possiamo promuovere dei ‘Christa-bhakta’ cioè dei ‘devoti di Cristo’ fra gli indù, che non accettano il rito del battesimo in quanto comporta un rifiuto pubblico della loro religione e casta”: come afferma una nota inviata a Fides dalla “Conferenza dei Religiosi dell’India”, è quanto ha detto p. Mahendra Paul, Superiore generale della “India Missionary Society”, ordine religioso molto diffuso nel subcontinente indiano, intervenendo a un meeting dei Superiori maggiori delle congregazioni religiose, maschili e femminili, organizzato nei giorni scorsi ad Agra in occasione della chiusura dell’Anno della Fede. Come appreso da Fides, a conclusione di un tempo dedicato alla riflessione, i religiosi indiani ritrovano le motivazioni profonde per la loro opera di “testimoni ed evangelizzatori”. P. Mahendra Paul ha rimarcato: “L'India sostiene di avere una cultura religiosa, ma in termini di etica, è una delle società più corrotti del mondo. Vi sono ingiustizie e violenze, atrocità sulle donne ei bambini, divisioni di casta. In India, la religione non trasforma la vita. I mass media sono pieni di propaganda religiosa e incoraggiano pratiche superstiziose che spesso sono solo atti di vuoto ritualismo”. E’ la fede il “generatore” dell’evangelizzazione, ha rimarcato in modo energico il relatore. “La fede non è statica, ma conduce ad una vita attiva in linea con gli ideali e i valori di Gesù: la fede genera il cambiamento”. In particolare, invitare gli indù a diventare “Christa-bhakta” è una possibile “strada propedeutica” o una “strategia alternativa” che, ha ricordato il Superiore, “è quello di cui parlava Madre Teresa: la conversione del cuore”.
Nel confronto seguito i religiosi indiani, certi che “che persone che hanno fatto una autentica esperienza di Dio possono condividerla” hanno espresso il desiderio di “ravvivare il fuoco divino in noi per riempire il mondo con la luce della sua bontà”. (PA) (Agenzia Fides 17/10/2013)


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